Perché un accordo sulla neutralità dell’Ucraina rischierebbe la nullità

Perché un accordo sulla neutralità dell’Ucraina rischierebbe la nullità

Diego Mauri (Università di Firenze): “Anche se venisse firmato, un accordo del genere non avrebbe nessun valore giuridico, dato che sarebbe stato estorto con la violenza. Bisognerebbe immaginare condizioni diverse sul campo per una firma valida del trattato”

“Un accordo bilaterale tra Russia e Ucraina che statuisse la neutralità di quest’ultima, ottenuto grazie all’occupazione delle forze di Putin, sarebbe radicalmente nullo per il diritto internazionale” È quanto ha spiegato all’AGI Diego Mauri, docente di diritto internazionale presso l’Università degli Studi di Firenze.

“Anche se venisse firmato, un accordo del genere non avrebbe nessun valore giuridico, dato che sarebbe stato estorto con la violenza. Bisognerebbe immaginare condizioni diverse sul campo per una firma valida del trattato.”

“Ad ogni modo – prosegue Mauri – ci sono diverse, complesse, questioni di diritto interno ucraino che andrebbero risolte prima. L’Ucraina ha inserito in Costituzione la volontà di aderire alla NATO e all’Unione Europea e, per firmare un trattato di neutralità, andrebbe prima cambiata la Costituzione, ammesso che ciò sia possibile per questo punto”.

Andrebbe anche considerato che un eventuale trattato di neutralità non impedirebbe solo l’entrata dell’Ucraina nella NATO, ma anche nell’Unione Europea. Spiega Mauri: “Troppo spesso ci si dimentica che l’Unione Europea è anche un’alleanza militare. Il Trattato sull’Unione Europea prevede che qualora uno Stato membro subisca un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Non credo che la Russia accetterebbe una neutralità parziale che permettesse all’Ucraina di entrare in un accordo militare con il resto dell’Unione Europea.”

C’è poi da considerare che già almeno una volta l’Ucraina ha compiuto delle notevoli rinunce in cambio di garanzie per la sovranità e alla fine comunque si è trovata con un esercito invasore in casa. “Il memorandum di Budapest – chiarisce Mauri – prevedeva che in cambio dello smantellamento dell’arsenale nucleare ucraino, la sovranità del paese sarebbe stata rispettata. Tra i firmatari del memorandum c’era anche la Russia. Ora, la natura di quel memorandum è discussa – per alcuni non si trattò di un accordo internazionale a tutti gli effetti e quindi vincolante – ma in ogni caso avrà creato negli ucraini un legittimo affidamento quanto alla conservazione della loro autonomia. Affidamento che è venuto chiaramente meno con le ripetute ingerenze russe e ora con questa guerra aperta, completamente illegittima dal punto di vista internazionale. La strada politica, quindi oltre che giuridica verso un trattato di neutralità è tutta in salita”.

AGI

Redazione Radici

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