Sigmund Freud tra tragedia e Bibbia

Sigmund Freud tra tragedia e Bibbia

Di Apostolos Apostolou

Oscar Wilde diceva: “Le domande non sono mai indiscrete”. E noi diciamo perché Freud ha ispirato dal mito di Edipo e ha parlato di Complesso di Edipo, e non ha ispirato dalla cultura ebraica e non ha parlato di Complesso di Lot? Qual è la relazione tra psicoanalisi e politica? E perché la psicoanalisi funziona come disciplina ermeneutica?

Lasciamo parlare Freud: “Già da piccolo, il figlio comincia a sviluppare un’affettuosità particolare per la madre, che considera come cosa propria, e ad avvertire nel padre un rivale che gli contrasta questo possesso esclusivo; e, allo stesso modo, la figlioletta vede nella madre una persona che disturba il suo affettuoso rapporto con il padre e che tiene un posto che lei stessa potrebbe occupare molto bene. Apprendiamo dall’osservazione quanto sia precoce l’età cui risalgono questi atteggiamenti Li designiamo col nome di “complesso edipico”, perché la leggenda di Edipo realizza con un’attenuazione minima i due desideri estremi risultanti dalla situazione del figlio: uccidere il padre e prendere in moglie la madre.” (Sigmund Freud, Introduzione alla psicoanalisi, 1915/32)

F. Nietzsche con un profondo senso di sospetto sosteneva:“Come si potrebbe costringere la natura ad abbandonare i suoi segreti se non contrastandola vittoriosamente, ossia mediante ciò che è innaturale? Questa conoscenza la vedo dei destini di Edipo: lo stesso che scioglie l’enigma della natura – della sfinge della duplice natura – deve anche violare, come assassino del padre e marito della madre, i più sacri ordinamenti naturali.” (F. Nietzsche: La nascita della tragedia, p, 66)

Sigmund Freud introdotto il Complesso di Edipo, perché il complesso edipico indica un insieme di desideri sessuali ambivalenti che il bambino prova nei confronti delle figure genitoriali. Relativamente alle fasi dello sviluppo psicosessuale, esso insorge durante la fase fallica (3 anni) e il suo superamento introduce al periodo di latenza (6 anni).

Si tratta di un atteggiamento ambivalente di desiderio di morte e sostituzione nei confronti del genitore dello stesso sesso e di desiderio di possesso esclusivo nei confronti del genitore di sesso opposto. Questi sentimenti sono non solo ambivalenti ma anche vissuti negativamente (in maniera opposta), cioè i ruoli dei due genitori (amato e odiato) si scambiano alternandosi.

Secondo l’interpretazione freudiana, il mito greco non è pertanto che un simbolo delle violente passioni che agitavano l’uomo primitivo. L’espressione complesso di Edipo compere in Freud solo nel 1910 ma il tema è presente nel pensiero freudiano almeno fin dal 1897 come risulta da un lettera scritta a Fliess in quell’ anno, e Freud ne scopre l’ importanza e ne avverte l’ universalità nel corso della propria autoanalisi.

Sotto la spinta degli istinti sessuali, egli bramava il possesso della madre e, per raggiungere il proprio fine, arrivava a sopprimere il rivale, cioè il padre. Il complesso di Edipo, comunque, costituisce una fase normale dell’evoluzione della libido infantile e si manifesta attraverso lievi e appena percettibili sfumature negli affetti familiari, cioè con una propensione affettiva più accentuata verso l’uno, anziché l’altro, dei genitori, con certe impennate, disubbidienze, apparenti incoerenze nel comportamento, ecc.

Freud non sopportava un’innocente battuta di Jung, quando lui diceva che Edipo non doveva avere un’esistenza ben reale dal momento che anche il selvaggio preferisce una donna giovane e graziosa a sua madre o a sua nonna. Però secondo Lacan. L’Edipo è quindi un processo di iniziazione alla vita sociale e quindi alla vita propriamente umana. Mentre infatti l’istinto, secondo Lacan, ha un «supporto» organico e «non è altro che la regolazione di questo in una funzione vitale», il complesso «ha solo occasionalmente un rapporto organico, e cioè quando supplisce a un’insufficienza vitale con la regolazione di una funzione sociale» (J. Lacan, I complessi familiari nella formazione dell’individuo, Torino, Einaudi, 2005.).

Anche abbiamo l’espressione complesso d’ Electra che fu introdotta da Jung nei Lineamenti della teoria psicoanalitica (1931) come sinonimo del complesso di Edipo femminile; Freud respinse la denominazione junghiana, considerando erronea la concezione di Jung circa la simmetria nei due sessi dell’ atteggiamento verso i genitori.

Perché Freud prende spunto dal mito greco? Freud ritiene che la conferma alla sua teoria psicanalitica possa venire dalla leggenda edipica cosi come è stata elaborata dalla tragedia sofoclea. Freud rigetta l’interpretazione degli ellenisti corrente nel suo tempo secondo la quale l’Edipo re può essere interpretata solo come una “tragedia del destino“. Però l’evoluzione del desiderio incestuoso nella vita individuale, esiste anche al tempo stesso l’evoluzione stessa della civiltà. Troviamo nella Genesi il desiderio incestuoso.

La Genesi racconta che le figlie di Lot, convinte di essere le uniche superstiti alla distruzione del mondo, fecero ubriacare il padre per «coricarsi con lui» e garantirgli una discendenza. Il rapporto incestuoso, dal quale nacquero Moab e colui che fu chiamato «Figlio del pio popolo», diviene per Polhemus autore Robert Polhemus,( preside della facoltà di studi umanistici della Stanford University) la metafora evidente di una «eterna relazione» tra donne giovani e uomini maturi, motivata in primo luogo dalla «ricerca del potere». Però, qual è il rapporto di Freud con la cultura ebraica? Qual è il rapporto di Freud con la Bibbia?

Avvertiva la sua appartenenza al popolo ebraico come una sorta di elemento essenziale dell’animo. Sigmund Freud fu fortemente plasmato dalle tradizioni della comunità ebraica: egli mantenne l’ideologia patriarcale, con la fede nella supremazia dell’uomo e nella subordinazione della donna, la devozione alla grande famiglia ei severi costumi puritani. Come scrive Felice Zadra (vede l’articolo “L’ebraismo, il sogno, la psicoanalisi”) “…Nel 1899 Freud elabora il famoso testo “L’interpretazione dei sogni”, che è pubblicato l’anno successivo. In realtà esiste anche uno scritto minore dedicato più specificamente al sogno e che, infatti, si chiama “Il sogno”.

Probabilmente, proprio in questo testo meno noto emerge il primo aspetto accessibile alla valutazione dell’immediata contiguità tra psicoanalisi ed ambiente israelita, vale a dire il sogno stesso. Inoltre, “L’interpretazione dei sogni” fu il libro più caro a Schlomo Freud e, per questo motivo dedicherò un po’ più di spazio ai sogni. Il riferimento ai sogni, come manifestazione di un fatto da interpretare, è già manifesto in numerosi punti della Bibbia…” E Felice Zarda continua:“ Il breve brano d’Umberto Saba, utilizzato da Sergio Contardi come (esogoro) enunciato del suo articolo “La passione dell’analista”, pubblicato su “Scibbolet” nel 1995, esprime in pieno e con garbata ironia la relazione tra Freud e la sessualità. Saba scrive: “Come non si è accorto Ludwig, e gli altri che, molto prima di lui, hanno proferito la stessa calunnia, che chiamare Freud “sessuomane” sarebbe come chiamare Pasteur “bacillomane“.

Insomma, il riferimento é ancora al vecchio untore d’ogni buona cultura sessuofobica, particolarmente molto diffuso tra quelle religiose, che utilizzano la negazione della pulsione sessuale come strumento di controllo dell’individuo.

Non a caso, infatti, Jung, per rendere la sua cosiddetta nuova teoria psicanalitica accettabile al potere in generale, in particolare in seguito a quello del mondo germanico di Hitler, escluse dalla psicanalisi ogni riferimento alla sessualità come pulsione fondamentale, e questo gli permise agevolmente di fondare la “psicoanalisi ariana”, in contrapposizione alla “psicoanalisi ebraica”. Vedremo in seguito come Sigmund riuscirà molto bene a descrivere la confusione teorica ed applicativa che deriva dalla psicoanalisi junghiana, purtroppo molto affascinante e allettante per molti individui….

Freud riteneva che il primo nemico intellettuale della psicoanalisi era la religione, considerando la filosofia come un sorta di terzo elemento un po’ sterile, e la letteratura troppo innocua per qualsiasi competizione. Freud conosceva bene anche il Testo Sacro della Bibbia, la Genesi e le figlie di Lot, ma anche conosceva bene la cultura cabalistica della tradizione. Il nonno paterno di Freud era un gran rabbino. Ma il desiderio incestuoso nella Genesi con le figlie di Lot, esprime la seduzione. Ma Freud ha soppresso la seduzione per mettere in atto una meccanica di interpretazione eminentemente operativa una meccanica di rimozione eminentemente operativa, una meccanica di rimozione eminentemente sessuale, che offre tutte le caratteristiche di oggettività. Freud vedeva come medico, e scienziato positivista, le fase dello sviluppo psicosessuale, e la forma di seduzione a vantaggio di una scienza che non è nemmeno tale ha lascato il senso nascosto della seduzione.

Apostolos Apostolou. Professore di filosofia.

Redazione Radici

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