Credenze e culti pagani degli Slavi nell’Alto e Basso Medioevo

Credenze e culti pagani degli Slavi nell’Alto e Basso Medioevo

Di Chiara Fiaschetti

Gli spiriti della foresta

Gli spiriti e la venerazione a loro riservata occupava tutti gli aspetti della quotidianità all’interno della comunità slava dell’Alto e Basso Medioevo.
Queste credenze erano molto diffuse prima ancora che il cristianesimo riuscisse a penetrare nel mondo slavo, anche se tali forme culturali si preservarono fino all’XI e XII secolo, anche se in forma diversa.

Un elemento importante del mondo slavo era il legno, in relazione alla foresta.

Gli Slavi, infatti, praticavano il culto degli alberi, il dendrismo, poiché all’interno della foresta dimoravano gli spiriti della natura. Lo spirito della foresta proteggeva il bestiame della famiglia e da lui dipendeva l’andamento della caccia.
Nella foresta dimorava il Lešij, colui che “proviene dalla foresta”. I popoli Slavi lo consideravano uno spirito benevolo. Egli era sovrano e custode delle fiere e ne regolava i rapporti con gli uomini. Nel corso dei secoli, però, acquisisce un carattere maligno e diviene ostile con gli uomini. A causa sua gli uomini si smarriscono nella foresta o vengono divorati. Assume un aspetto sinistro e la sua visione può essere mortale. Simile o affine allo spirito della foresta è quello delle acque, il vodjanoj, che assume sembianze femminili, oltre che maschili: la rusalka. La rusalka attira giovani uomini e li trascina con sé negli abissi. È giovane e bella ed è morta prematuramente prima dell’unione matrimoniale e per questo cerca vendetta.

Gli spiriti della foresta e dell’acqua sono stati resi famosi dalla letteratura slava tradizionale.

L’albero, lo spirito dendrico, era antropomorfo e molto spesso era legato e simboleggiava il destino di un uomo.
Nel XX secolo abbiamo ancora notizia di alberi sacri presso i popoli Slavi (Gasparini, 1973). Questi alberi venivano recintati, proprio come nel Medioevo e presso di loro il prete si recava svolgendo riti tradizionali.
Il culto pagano e quello cristiano si sovrappongono in questo modo.

Gli spiriti della casa

Presso i popoli Slavi quasi tutte le zone della casa, compresa la stalla o la tipica sauna (banja) ospitavano uno spirito protettore.

All’interno dell’izba, l’abitazione costruita in legno, abitava il domovoj. Questo piccolo uomo anziano se ne stava di solito nella stufa, focolare della casa.
Sempre nell’izba era diffuso il culto degli antenati, probabilmente i membri della famiglia conservavano le loro ceneri.
Le abitazioni degli slavi erano costruite interamente in legno; per lungo tempo il metallo venne considerato un elemento impuro. Neanche i carri o le imbarcazioni avevano elementi in metallo, per questo si crede che per gli Slavi il metallo fosse ritenuto impuro o addirittura pericoloso.

Anche in epoca recente gli Slavi hanno opposto una dura resistenza all’introduzione dei vomeri di ferro. La cultura slava era caratterizzata da un forte animismo.

La “chiusura” della civiltà slava nei confronti del progresso favorirà elementi di debolezza di questo popolo nel corso dei secoli.

Il rito funebre

Un passo della Cronaca degli anni passati, risalente al XII secolo, ci informa di alcune usanze che si verificarono durante il passaggio dal mondo cristiano a quello pagano.

Si fa riferimento ad alcune tribù di Slavi Orientali, come i Vjatiči che secondo la Cronaca, quando qualcuno moriva organizzavano la trizna – festa funebre dell’antica religione slava – e bruciavano il corpo del defunto che veniva posto su un ceppo; successivamente le ossa venivano raccolte e messe in un piccolo vaso posto lungo le strade.
Nella sua Cronaca degli Slavi scritta nel XII secolo, Helmold di Bosau scrive:

Le forme di idolatria cui si dedicano gli Slavi sono svariate, poiché non tutti aderiscono alle medesime superstizioni. Alcuni infatti mettono in mostra nei templi statue fantastiche, come quella dell’idolo di Plon, chiamato Podaga; altre divinità abitano nelle foreste e nei boschetti sacri, come Prove, dio di Oldenburg, ma non vengono raffigurate. Intagliano anche idole con due, tre o più teste. (…)
(Cronaca degli slavi, a cura di P.Bugiani, Napoli 2016, pp.354-5.)

Le antiche tradizioni e usanze pagane continuarono ad essere diffuse anche nell’XI e XII secolo, quando il culto cristiano si era ormai radicato sia in Occidente sia in Oriente, come nella Rus’ di Kiev cristianizzata verso la fine del X secolo.

Redazione Radici

 

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