Allarme UNICEF sul cambiamento climatico
“Precedentemente”, ricorda Fall, “la tempesta tropicale Ana aveva già scatenato il caos in alcune parti del Madagascar, del Mozambico, dello Zimbabwe e del Malawi, mettendo di nuovo in luce la necessità di assistenza umanitaria immediata fin dall’inizio, anche nelle zone più remote dove l’accesso è difficile”.
Il direttore regionale dell’UNICEF si è recato la settimana scorsa in Malawi e lì ha visto in prima persona come la tempesta tropicale Ana abbia sconvolto la vita di più di 870.000 persone, molte delle quali bambini.
“L’UNICEF è sul campo a lavorare con il governo, le comunità e i partner per fornire assistenza salvavita in questi Paesi”, assicura Fall, “ma questo non è sufficiente. Ancora una volta troppo pochi impegni vengono tradotti in azioni significative per i bambini. La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini”, aggiunge.
“Molto semplicemente”, chiosa Fall, “abbiamo bisogno di: un maggiore investimento nella capacità di adattamento al clima e di resilienza; riduzione delle emissioni di gas serra; e un mondo che ascolti meglio e agisca di più alle richieste di azione sulle decisioni climatiche che arrivano direttamente dai giovani, compresi quelli colpiti nell’Africa orientale e meridionale“.