Afganistan: la posizione di Usa ed Europa

Afganistan: la posizione di Usa ed Europa

 Rappresentanti e inviati speciali dell’Unione europea, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti si sono incontrati a Oslo il 24 gennaio scorso per discutere la situazione in Afghanistan. In questa occasione, si sono tenute anche sessioni con rappresentanti dei talebani e con attori della società civile. È quanto si apprende da una nota congiunta diramata oggi, con cui Usa ed Europa ribadiscono “l’urgenza di affrontare la crisi umanitaria in Afghanistan”.

Durante l’incontro, sono state discusse le misure necessarie per aiutare ad alleviare le sofferenze degli afgani in tutto il paese. Usa e Ue, prosegue la nota, “hanno riconosciuto le misure adottate per facilitare l’accesso degli operatori umanitari” nel Paese, sia “uomini che donne”, ma hanno pure ribadito la loro “preoccupazione per il fatto che sussistono ancora alcuni impedimenti” e che quindi è “importante rimuovere rapidamente tutte le condizioni e gli ostacoli alla consegna degli aiuti umanitari”.

Durante gli incontri è stata rimarcata “l’importanza del rispetto dei diritti umani e la forte necessità di un sistema politico inclusivo e rappresentativo per garantire stabilità e un futuro pacifico per l’Afghanistan”. Usa e Ue, inoltre, hanno “esortato i talebani a fare di più per fermare l’allarmante aumento delle violazioni dei diritti umani, comprese le detenzioni arbitrarie (incluse le recenti detenzioni di attiviste per i diritti delle donne), le sparizioni forzate, la repressione dei media, le uccisioni extragiudiziali, le torture e il divieto di istruzione per donne e ragazze”, che “non possono lavorare né hanno la libertà di viaggiare senza una scorta maschile”.
Usa e Ue hanno “rilevato con grave preoccupazione l’assenza e le limitazioni all’accesso alle scuole secondarie per ragazze in molte parti del paese”, ribadendo “l’importanza dell’istruzione superiore per le donne e delle opportunità di lavoro per le donne in tutti i campi”.
Sono stati “accolti con favore gli impegni pubblici dei talebani in base ai quali tutte le donne e le ragazze possono accedere alle scuole a tutti i livelli (primario, secondario e terziario) quando le scuole in tutto il paese riapriranno a marzo”, ma, è stata sottolineata la “necessità di preparativi concreti, sia di bilancio che tecnici, per garantire che ciò diventi realtà”.

Gli inviati di americani ed europei hanno quindi sa e “riaffermato la loro aspettativa che i talebani manterranno i loro impegni in materia di antiterrorismo e traffico di droga”.

I governi di Usa e Ue “stanno ampliando le operazioni di soccorso, aiutando a prevenire il crollo dei servizi sociali e sostenendo il rilancio dell’economia afghana”. Gli inviati hanno quindi sottolineato “l’importanza di aumentare la liquidità in contanti e il sostegno al settore bancario per contribuire a stabilizzare l’economia afgana”, sollecitando ancora una volta “lo sviluppo di una strategia solida e trasparente per ripristinare la fiducia nel settore finanziario”.

Anche in questa occasione è stato chiarito che il confronto con i talebani “non implica in alcun modo alcun senso di riconoscimento ufficiale o di legittimazione del governo ad interim annunciato dai talebani nel settembre 2021”. Gli inviati hanno “accolto con favore gli aggiornamenti forniti dalle donne e dagli attori della società civile così come dai rappresentanti dei talebani sullo stato delle loro interlocuzioni del 23 gennaio” esprimendo “aspettative che i talebani diano seguito alle preoccupazioni espresse dagli altri afghani”. Gli inviati hanno anche “sottolineato che la legittimità interna per qualsiasi futuro governo dell’Afghanistan deriverà dallo stesso popolo afghano”.

Infine, gli inviati hanno “ascoltato con attenzione e con preoccupazione le valutazioni degli attori della società civile sulla situazione attuale in Afghanistan”, soprattutto sul fronte “dei diritti umani (in particolare i diritti delle donne)”, nonché “le descrizioni delle gravi sfide economiche e sociali che il Paese deve affrontare”.

Redazione Radici

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