Tra Mito e Storia: Il protettore del Rod Slavo, Il Domovoj

Tra Mito e Storia: Il protettore del Rod Slavo, Il Domovoj

Il Domovoj è colui che abitava, fino al XIX secolo, nelle case dei contadini russi. Di piccola taglia e ricoperto di peli, protegge l’unità famigliare vegliando su di essa dalla stufa, il focolare della casa. Anche la controparte femminile, la Kikimora, ama starsene nelle stufe ma a differenza del Domovoj, quest’ultima è uno spirito malvagio. Al Domovoj le antiche famiglie slave si rivolgevano con rispetto, perché in caso di maleducazione, il Domovoj poteva punire i componenti.Nel folklore viene descritto, spesso, come un piccolo uomo anziano, di bassa statura e con naso appuntito, mentre gli occhi appaiono svegli ed astuti.

Il Domovoj: un antenato degli antichi clan?

Questo creatura benevola, veniva chiamata dagli abitanti dell’izbà (le abitazioni dei primi villaggi slavi), “padrone” o, ancora, “nonno”. Un titolo rispettoso, che potrebbe indicare, secondo alcuni, l’antica provenienza del Domovoj, forse l’avo della famiglia o un antenato divinizzato. Dunque, il piccolo uomo anziano, padrone di casa, non sarebbe altro che una figura legata al culto degli antenati, che divenivano i protettori del focolare. Il Domovoj proteggeva non solo i famigliari, ma anche i propri animali. Secondo il folklore, infatti, la piccola creatura pelosa spesso si allontanava una volta scesa la notte per spostarsi nelle stalle dove accudiva cavalli, pecore e vacche. Inoltre, ogni qualvolta che si acquistava un nuovo animale quest’ultimo veniva portato in “processione” attorno alla casa, in modo che il Domovoj potesse approvarlo e donargli la sua protezione.

Il fondatore della grande famiglia allargata

Nelle antiche civiltà slave la tradizione prevedeva il matrimonio esogamico. Lo sposo si trasferiva in casa della sposa, appartenente a un clan diverso. Il rituale nuziale che coinvolgeva e univa le due famiglie che successivamente costituivano il Rod (la grande famiglia), prevedeva che lo sposo appoggiasse le mani sulla stufa, in questo il Domovoj poneva sotto la propria protezione i componenti dell’altra famiglia, quella dello sposo, garantendo in questo modo una pacifica convivenza. La creatura protettrice riceveva dei doni o sacrifici, i quali variano in base alla regione.
Il sacrificio poteva attuarsi con l’uccisione di un gallo che veniva posto dalla sposa appena sotto la stufa, oppure si poteva donare del pane.
Il Domovoj incarnava la tradizione della grande famiglia slava, incarnava la sua nascita, il luogo dove essa cresceva, il luogo dove moriva e cessava di esistere. Incarnava l’intera storia della famiglia, proteggendone e custodendone i ricordi più lontani.

Svarog il Dio artefice e i Domovye

Si narra che un tempo molto lontano, i Domovye fossero delle vere e proprie divinità e che proteggessero la stirpe. Combattevano e lottavano per fare in modo che la stirpe a cui erano legati potesse prosperare.
Presto, queste piccole creature, cominciarono a comportarsi e a farsi guerra tra di loro come fossero delle divinità maggiori, al pari di Rod o Svarog.Quest’ultimo cominciò ad infastidirsi e quindi prese il suo possente e pesante martello, provocandone la fuga. I Domovye furono esiliati dal reame divino e caddero al suolo, dove gli uomini erano ancora pochi e vivevano sparsi nei piccoli villaggi. Alcuni caddero negli orti domestici, dove le donne di casa raccoglievano il lino, altri caddero nelle stalle, dove l’uomo si prendeva cura del bestiame, altri nelle stufe. Arrivati sulla terra, i Domovye potevano finalmente proteggere la loro stirpe da vicino, divenendo l’ospite principale della casa.

Chiara Fiaschetti

Redazione Radici

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