San Gennaro torna a New York in un’esplosione di sapori napoletani

San Gennaro torna a New York in un’esplosione di sapori napoletani

Di Maria Teresa Zonca

“A Little Italy torna la festa capace di riportare Mulberry Street in atmosfere d’altri tempi e di riunire parte della comunità italo-americana intorno a una tradizione dalle origini partenopee. I festeggiamenti per San Gennaro a New York si tengono, nell’edizione 2021, la novantacinquesima, dal 16 al 26 settembre. Il 19 è prevista la celebrazione del Santo Patrono di Napoli, con la Messa solenne nella Chiesa del Preziosissimo Sangue, ma la grande processione, che coinvolgerà tutta Little Italy, si terrà il 25 settembre”.

Ne scrive Maria Teresa Zonca su “La voce di New York”, quotidiano online diretto da Stefano Vaccara.


San Gennaro fu Vescovo di Benevento, Italia, e morì martire nel 305 d.C. Il corpo è conservato a Napoli, città in cui viene invocato per la protezione da incendi, terremoti, pestilenze, siccità e dall’eruzione del Vesuvio. Il suo sangue si liquefa due volte l’anno, la prima domenica di maggio, festa della traslazione delle sue reliquie, e il 19 settembre, anniversario del suo martirio.
La statua di San Gennaro viene trasportata ogni anno su un carro, insieme alla banda, ed è seguita da altri carri, su cui siedono i membri delle associazioni italiane a New York. Nei giorni della grande festa, una vera e propria sagra, torna il tripudio dei sapori. Cannoli, zeppole, pizza e polpette. Il tutto con omaggi musicali a Caruso e a Frank Sinatra. Tra religione, superstizione, tradizione e credenze popolari, la Festa di San Gennaro riesce ogni anno a regalare un salto indietro nel tempo. L’italianità dei primi immigrati torna in primo piano, con sfumature percettibili nei film di Scorsese, cresciuto poco distante da lì, in Elizabeth street.
Mulberry Street, nel Lower East Side di Manhattan, è infatti la via di Little Italy in cui all’inizio del XX secolo si stabilirono i napoletani. Qui costruirono la piccola cappella, con l’immagine del Santo come luogo di culto e devozione. L’esplosione di sapori e colori che per giorni interi va ad animare Little Italy e, soprattutto quella Mulberry Street che, con la sua festa, è stata di ispirazione per numerosi film, da “Il Padrino” a “Mean Streets”. Senza contare che Little Italy è riconoscibile in decine di altre pellicole a prescindere da San Gennaro. Come Donnie Brasco, ad esempio, con le scene girate nel Mulberry Street Bar.
Tra storie realmente avvenute, miti e leggende, è decisamente grazie alla Festa di San Gennaro che Little Italy torna ad animarsi come un tempo. E lì, a ben guardare, si può trovare una storia nella storia. È quella di BabyAnne, ovvero Anne Compoccia, morta nel 2011 e oggi celebrata con una targa proprio sotto il grande murale della Statua della libertà, nella piazzetta antistante la chiesa. Anne Compoccia è stata una figura controversa, ma tuttora molto amata da parte della comunità italoamericana, che le riconosce il merito di aver contribuito a trasformare Lower Manhattan in una vivace comunità residenziale.
Dalla realizzazione dei campi di Baseball a Battery Park City, alla creazione del Manhattan Youth Downtown Community, BabyAnne ha anche combattuto per il progetto The Greening of Greenwich Street, iniziato nel 1999: includeva l’allargamento dei marciapiedi della strada e il miglioramento del parco giochi del Washington Market Park. Fondò anche la Camera di Commercio di Little Italy.
Ma cosa c’entra BabyAnne con la Festa di San Gennaro?
A nominarla alla guida dello street festival fu, nel 1991, l’allora sindaco Rudolph Giuliani. Voleva porre rimedio dopo il coinvolgimento in un’inchiesta dei membri di una famiglia criminale, accusata di controllare segretamente la manifestazione. Anne Compoccia Si mise a disposizione ed ebbe l’intuizione di far chiudere Mulberry Street nel tratto compreso tra Canal Street e Broome Street, creando un Mall pedonale. Ma anche lei fu travolta da un’indagine. Fu accusata di frode per aver falsificato documenti per riuscire a depositare 85 mila dollari su conti riferibili a lei. Un reato che ammise, dicendo che voleva salvare dal fallimento il bar di suo padre. In quel momento la sua vita cambiò. Lasciò l’organizzazione della Festa di San Gennaro e si dedicò all’assistenza dei più fragili, dai malati di aids agli ex detenuti in cerca di lavoro.
Oggi a curare l’organizzazione delle celebrazioni è l’Associazione Figli di San Gennaro, che dichiara di aver donato dal 1996 circa due milioni di dollari a diversi enti ed organizzazioni di beneficienza”
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Redazione

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