Un trentino ad Auroville: Mondo Trentino incontra Mirco Moro

Un trentino ad Auroville: Mondo Trentino incontra Mirco Moro

C’è anche un trentino tra gli abitanti di Auroville, città spirituale nel sud dell’India. Si chiama Mirco Moro ed è lui il protagonista dello spazio in cui Mondo Trentino – il portale dell’Ufficio emigrazione della Provincia autonoma di Trento – racconta i “nuovi” corregionali all’estero.

Non un’intervista, questa volta, ma un racconto firmato proprio da Moro che spiega cosa fa e come si vive “in un laboratorio umano” dove “nel bene e nel male è un continuo mettersi in gioco”.
Ne riportiamo di seguito la versione integrale.


“Ciao, mi chiamo Mirco Moro sono nato a Germiston Sud Africa nel 1958, dove mio padre di Riva (Albola) e mia madre di Torbole erano emigrati per lavoro. Sono cresciuto a Riva dopo il rimpatrio all’età di due anni, ed i miei studi si sono fermati alla terza media, pur avendo un grande interesse per le materie artistiche ho dovuto desistere, lo studio non era proprio nelle mie caratteristiche, specialmente la matematica, troppe regole….


L’“imprinting” del viaggio nasce sicuramente nell’infanzia. L’essere nato e cresciuto, (anche per soli due anni), in un paese straniero, specialmente come l’Africa ha sicuramente inciso. C’era la cartiera (il lavoro di mio padre), il villaggio dei lavoratori bianchi, la recinzione che ci divideva dal quartiere dei “coloured” come erano chiamati gli africani. Sono cresciuto in una cultura mista, la tata, il giardiniere ed altri lavoratori locali con la loro cultura, canti e suoni che si ripetevano tutti i fine settimana (da qui la mia passione per la musica), il viaggio di ritorno via nave durato 40 giorni e poi, i racconti dei miei genitori e del loro vissuto.


In età adolescenziale stavo maturando qualcosa, l’inadeguatezza ad un determinato stile di vita basato su prospettive e valori che inconsciamente non sentivo miei, e come se non bastasse l’insofferenza all’inverno. Ricordo sempre quel momento mentre mi recavo al lavoro, a 16 anni, vestito a cipolla col motorino ed 8 gradi sotto zero e mi chiesi: ma esisterà un posto su sta terra dove non c’è il freddo!?
In quegli anni cominciai a girare l’Italia in autostop, era facile ai tempi…
Poi finalmente i 20 anni, il superamento dello scoglio NAJA, e quindi la possibilità di cominciare le mie esplorazioni, scegliendo di lavorare come stagionale sia come imbianchino od altro pur di avere il tempo necessario di “svernare”…

Quindi la “misteriosa” India per 4 /5 volte, Nepal, Marocco, Grecia, Australia, Tasmania (splendida per gli amanti del trekking), Filippine, Londra ed ancora Italia.


Ma il viaggio più bello, l’arrivo di mia figlia, che poi all’età di 3 anni ci accompagnerà in India ad Auroville (una città spirituale a Pondicherry nel Tamil Nadu), città che avevo visitato già nel 1983 durante il mio secondo viaggio in India e dove già da alcuni anni viveva mio fratello maggiore e che fu un’esperienza che colsi e depositai in un cassetto in attesa di rispolverarla qualche anno dopo.


Il 2002 e il 2004, gli anni dei grandi cambiamenti, tra cui la scomparsa di mio fratello che lascia la compagna ed una figlia di due anni che poi diverranno parte della mia vita.


Tante tessere di un puzzle che aspettava di essere composto si sono unite, ed un mattino del 2004 mi ritrovo ad Auroville a cominciare la trafila per diventare cittadino di Auroville e quella mattina è la mattina del terribile Tsunami.


Quello che successe fu incredibile e mi diede ancora più convinzione nel fare il passo che stavo per fare. Tutta la comunità di Auroville si mosse per dare aiuto e conforto, le scuole di Auroville vennero chiuse per far posto a donne e bambini provenienti dai villaggi sulla costa, mentre per gli uomini vennero allestite delle tendopoli.

La cucina centrale di Auroville che funziona ad energia solare provvide a migliaia di pasti giornalieri per settimane, finché cominciarono ad arrivare gli aiuti umanitari.


L’onda di tre metri che spazzò il nostro tratto di costa provocò un migliaio di morti…


E questo è stato il benvenuto….


Comincio il mio percorso facendo riparazioni di tutti i generi in una delle scuole seguite da Auroville in un villaggio dei dintorni per un anno circa, dopodichè mi viene offerta l’opportunità di insegnare nella scuola principale di Auroville.


Avevo 200 studenti dalla prima elementare alla terza media e lavoravo come maestro d’arte e lavoro manuale. Non avevo esperienza con l’insegnamento, ma forte dell’esperienza condivisa con mia figlia durante i suoi otto anni alla scuola Rudolf Steiner di Rovereto e Trento decido di provare, e succede che non mi lasciano più andare via.


Un bellissimo ed importante percorso durato 14 anni, dove ho imparato molto. Per ora ho sospeso la “missione” dell’insegnamento, mi sto prendendo un po’ di tempo per capire quale sarà il prossimo passo.

Nel frattempo eseguo riparazioni nelle case e negli appartamenti degli aurovilliani e mi dedico alla creatività artistica: disegno e pittura, ho scritto poesie dialettali pubblicate dalla SAT di Riva nel loro annuario, scultura, installazioni e musica.


Dopo anni passati in Italia ad organizzare concerti con l’associazione Way Out ora Cosmopolitan Greetings e gli amici del famoso Joy di Baselga di Pinè, sono riuscito a dar corpo al mio desiderio di suonare sul palco.

Imparo le basi di batteria e formo la prima band dando una serie di concerti, e poi dal nulla comincio a fare il cantante per un’altra band, fantastico ed incredibile allo stesso tempo.


A Riva come in quasi tutto il resto del Trentino una cosa così è fantascienza, basti solo a pensare che trovare un posto per praticare arte e musica diventa una mission impossible… Qui abbiamo uno studio attrezzato e condiviso per pratica e studio di 80 mq gratis.


Come gratis sono tutti i laboratori e le lezioni per bambini ed adulti d’arte, musica, yoga, massaggi, sport, ecc.
Auroville è un laboratorio umano e nel bene e nel male è un continuo mettersi in gioco (il viaggio continua). (Il viaggio alla fine è la scoperta di sé e della propria dimensione, per mio fratello minore ad esempio ciò è rappresentato dalle sue amate montagne…)
In questa comunità sono rappresentate più di 50 nazionalità culture provenienti da tutti i continenti e compongono la cittadinanza attuale di circa 3000 persone adulte ed un’altra metà di minori. È umanamente fantastico ciò che succede per esempio nei vari meeting tenuti per tematiche riguardanti tutto ciò che serve per far progredire sia la città che la comunità, soluzioni e suggerimenti vengono esposti e condivisi da culture diverse con esperienze diverse, un arricchimento che non ha paragoni.


Una mattina ho contato le diverse nazionalità che avevo in classe, dodici!
Questa diversità fa sì che ogni bambino sappia almeno tre lingue.
Non c’è un sindaco, non ci sono partiti, non c’è religione e non esistono fazioni. La gestione del tutto è affidata a persone liberamente elette o che si propongono al momento della scadenza di un mandato che in media si aggira sui tre anni. queste persone formano dei gruppi di lavoro che si occupano di finanza, economia, sanità, educazione ecc..
Tutti lavorano e partecipano allo scopo comune, il creare la città del futuro, compito non facile dato che comunque ci si deve confrontare con l’essere umano, con i suoi pregi e difetti…
Con il resto degli italiani (150 c.a.) il clima è buono, ogni tanto si organizza qualche evento culturale. Esiste un ottimo rapporto con il console ed l’ambasciatore che ogni tanto ci fanno visita, (siamo il gruppo più consistente del sud dell’India), ed in quelle occasioni ci si ritrova tutti ed è una bella rimpatriata.


Mi auguro ed auguro ai trentini di non perdere la loro stimata solidarietà, stimata in Italia e non solo, di continuare a costruirla e mantenerla solida, sincera, anche in casa propria, il mondo è così vario e la varietà sarà la strada per il futuro.
Per capire cos’è Auroville e qual è il suo progetto visitare il link oppure la pagina Wikipedia”. (aise) 

C’è anche un trentino tra gli abitanti di Auroville, città spirituale nel sud dell’India. Si chiama Mirco Moro ed è lui il protagonista dello spazio in cui Mondo Trentino – il portale dell’Ufficio emigrazione della Provincia autonoma di Trento – racconta i “nuovi” corregionali all’estero. Non un’intervista, questa volta, ma un racconto firmato proprio da Moro che spiega cosa fa e come si vive “in un laboratorio umano” dove “nel bene e nel male è un continuo mettersi in gioco”.
Ne riportiamo di seguito la versione integrale.
“Ciao, mi chiamo Mirco Moro sono nato a Germiston Sud Africa nel 1958, dove mio padre di Riva (Albola) e mia madre di Torbole erano emigrati per lavoro. Sono cresciuto a Riva dopo il rimpatrio all’età di due anni, ed i miei studi si sono fermati alla terza media, pur avendo un grande interesse per le materie artistiche ho dovuto desistere, lo studio non era proprio nelle mie caratteristiche, specialmente la matematica, troppe regole….
L’“imprinting” del viaggio nasce sicuramente nell’infanzia. L’essere nato e cresciuto, (anche per soli due anni), in un paese straniero, specialmente come l’Africa ha sicuramente inciso. C’era la cartiera (il lavoro di mio padre), il villaggio dei lavoratori bianchi, la recinzione che ci divideva dal quartiere dei “coloured” come erano chiamati gli africani. Sono cresciuto in una cultura mista, la tata, il giardiniere ed altri lavoratori locali con la loro cultura, canti e suoni che si ripetevano tutti i fine settimana (da qui la mia passione per la musica), il viaggio di ritorno via nave durato 40 giorni e poi, i racconti dei miei genitori e del loro vissuto.
In età adolescenziale stavo maturando qualcosa, l’inadeguatezza ad un determinato stile di vita basato su prospettive e valori che inconsciamente non sentivo miei, e come se non bastasse l’insofferenza all’inverno. Ricordo sempre quel momento mentre mi recavo al lavoro, a 16 anni, vestito a cipolla col motorino ed 8 gradi sotto zero e mi chiesi: ma esisterà un posto su sta terra dove non c’è il freddo!?
In quegli anni cominciai a girare l’Italia in autostop, era facile ai tempi…
Poi finalmente i 20 anni, il superamento dello scoglio NAJA, e quindi la possibilità di cominciare le mie esplorazioni, scegliendo di lavorare come stagionale sia come imbianchino od altro pur di avere il tempo necessario di “svernare”… Quindi la “misteriosa” India per 4 /5 volte, Nepal, Marocco, Grecia, Australia, Tasmania (splendida per gli amanti del trekking), Filippine, Londra ed ancora Italia.
Ma il viaggio più bello, l’arrivo di mia figlia, che poi all’età di 3 anni ci accompagnerà in India ad Auroville (una città spirituale a Pondicherry nel Tamil Nadu), città che avevo visitato già nel 1983 durante il mio secondo viaggio in India e dove già da alcuni anni viveva mio fratello maggiore e che fu un’esperienza che colsi e depositai in un cassetto in attesa di rispolverarla qualche anno dopo.
Il 2002 e il 2004, gli anni dei grandi cambiamenti, tra cui la scomparsa di mio fratello che lascia la compagna ed una figlia di due anni che poi diverranno parte della mia vita.
Tante tessere di un puzzle che aspettava di essere composto si sono unite, ed un mattino del 2004 mi ritrovo ad Auroville a cominciare la trafila per diventare cittadino di Auroville e quella mattina è la mattina del terribile Tsunami.
Quello che successe fu incredibile e mi diede ancora più convinzione nel fare il passo che stavo per fare. Tutta la comunità di Auroville si mosse per dare aiuto e conforto, le scuole di Auroville vennero chiuse per far posto a donne e bambini provenienti dai villaggi sulla costa, mentre per gli uomini vennero allestite delle tendopoli. La cucina centrale di Auroville che funziona ad energia solare provvide a migliaia di pasti giornalieri per settimane, finché cominciarono ad arrivare gli aiuti umanitari.
L’onda di tre metri che spazzò il nostro tratto di costa provocò un migliaio di morti…
E questo è stato il benvenuto….
Comincio il mio percorso facendo riparazioni di tutti i generi in una delle scuole seguite da Auroville in un villaggio dei dintorni per un anno circa, dopodichè mi viene offerta l’opportunità di insegnare nella scuola principale di Auroville.
Avevo 200 studenti dalla prima elementare alla terza media e lavoravo come maestro d’arte e lavoro manuale. Non avevo esperienza con l’insegnamento, ma forte dell’esperienza condivisa con mia figlia durante i suoi otto anni alla scuola Rudolf Steiner di Rovereto e Trento decido di provare, e succede che non mi lasciano più andare via.
Un bellissimo ed importante percorso durato 14 anni, dove ho imparato molto. Per ora ho sospeso la “missione” dell’insegnamento, mi sto prendendo un po’ di tempo per capire quale sarà il prossimo passo. Nel frattempo eseguo riparazioni nelle case e negli appartamenti degli aurovilliani e mi dedico alla creatività artistica: disegno e pittura, ho scritto poesie dialettali pubblicate dalla SAT di Riva nel loro annuario, scultura, installazioni e musica.
Dopo anni passati in Italia ad organizzare concerti con l’associazione Way Out ora Cosmopolitan Greetings e gli amici del famoso Joy di Baselga di Pinè, sono riuscito a dar corpo al mio desiderio di suonare sul palco. Imparo le basi di batteria e formo la prima band dando una serie di concerti, e poi dal nulla comincio a fare il cantante per un’altra band, fantastico ed incredibile allo stesso tempo.
A Riva come in quasi tutto il resto del Trentino una cosa così è fantascienza, basti solo a pensare che trovare un posto per praticare arte e musica diventa una mission impossible… Qui abbiamo uno studio attrezzato e condiviso per pratica e studio di 80 mq gratis.
Come gratis sono tutti i laboratori e le lezioni per bambini ed adulti d’arte, musica, yoga, massaggi, sport, ecc.
Auroville è un laboratorio umano e nel bene e nel male è un continuo mettersi in gioco (il viaggio continua). (Il viaggio alla fine è la scoperta di sé e della propria dimensione, per mio fratello minore ad esempio ciò è rappresentato dalle sue amate montagne…)
In questa comunità sono rappresentate più di 50 nazionalità culture provenienti da tutti i continenti e compongono la cittadinanza attuale di circa 3000 persone adulte ed un’altra metà di minori. È umanamente fantastico ciò che succede per esempio nei vari meeting tenuti per tematiche riguardanti tutto ciò che serve per far progredire sia la città che la comunità, soluzioni e suggerimenti vengono esposti e condivisi da culture diverse con esperienze diverse, un arricchimento che non ha paragoni.
Una mattina ho contato le diverse nazionalità che avevo in classe, dodici!
Questa diversità fa sì che ogni bambino sappia almeno tre lingue.
Non c’è un sindaco, non ci sono partiti, non c’è religione e non esistono fazioni. La gestione del tutto è affidata a persone liberamente elette o che si propongono al momento della scadenza di un mandato che in media si aggira sui tre anni. queste persone formano dei gruppi di lavoro che si occupano di finanza, economia, sanità, educazione ecc..
Tutti lavorano e partecipano allo scopo comune, il creare la città del futuro, compito non facile dato che comunque ci si deve confrontare con l’essere umano, con i suoi pregi e difetti…
Con il resto degli italiani (150 c.a.) il clima è buono, ogni tanto si organizza qualche evento culturale. Esiste un ottimo rapporto con il console ed l’ambasciatore che ogni tanto ci fanno visita, (siamo il gruppo più consistente del sud dell’India), ed in quelle occasioni ci si ritrova tutti ed è una bella rimpatriata.
Mi auguro ed auguro ai trentini di non perdere la loro stimata solidarietà, stimata in Italia e non solo, di continuare a costruirla e mantenerla solida, sincera, anche in casa propria, il mondo è così vario e la varietà sarà la strada per il futuro.
Per capire cos’è Auroville e qual è il suo progetto visitare il link oppure la pagina Wikipedia”. (aise) 

Redazione

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