“Oggi ti presento: Ivano Lubrano”

“Oggi  ti presento: Ivano Lubrano”

di Annalisa Spinelli

Oggi per la rubrica ” ti presento”, è il turno Di Ivano Lubrano. Questa intervista è diversa dalle altre.
Vi spiego meglio: le altre sono state scritte perché io ho contattato tutti i miei intervistatori che conoscevo, chi bene chi meno. Ma sempre per mia iniziativa. Questa volta l’iniziativa è stata di Ivano, che mi ha prima scritto su messanger e poi ci siamo sentiti al telefono. Alla mia domanda perchè dovrei scrivere di te e della tua storia, lui mi ha subito risposto in modo sincero: perchè credo che potrei essere di ispirazione per altri ragazzi che si trovano nella mia situazione, ma poi sarai tu a giudicare! Mi è piaciuto il suo approccio: onesto, positivo, sicuro di sè ma non arrogante, e tutte queste qualità, ormai lo sapete bene, per me sono importanti!

Ivano è un ragazzo normale che con grandi sacrifici ha costruito insieme con la compagna un’attività che in Svezia è molto conosciuta: Italiansson.
Sono stata d’accordo con lui sin da subito, appena ha iniziato a raccontarmi della sua vita, della compagna, dei figli, del suo lavoro che amava in Irlanda ma che ha dovuto lasciare perchè lui e la compagna consumavano tutti giorni di malattia per occuparsi dei figli quando si ammalavano e una volta finiti, non venivano  più pagati per i giorni che si assentavano a lavoro per questo motivo. Erano soli e nessuno poteva aiutarli, dovevano contare solo su loro stessi. Lo capisco perfettamente, ho vissuto la stessa esperienza e anche se io all’epoca non lavoravo, essere soli e contare solo sulle proprie forze è dura!


La compagna svedese che conosce come funziona la Svezia gli propone di trasferirsi, perché da questo punto di vista e cioè congedi parentali, giorni per malattie dei figli ecc., la Svezia è talmente avanti, che dovrebbe essere presa a modello da tutte le Nazioni.
Ma torniamo a Ivano. Mi parla francamente della Svezia, dell’Italia, di Napoli. Sono campana, posso capire tutto quello che mi dice: la bellezza della nostra terra e le sue mille contraddizioni che ti spingono a vivere lontano pur amandola senza fine.

Vi lascio direttamente alle parole di Ivano che ringrazio per questa bella intervista e che sono sicura darà coraggio e ” ispirazione” a tanti ragazzi che si trovano davanti  a un bivio. Il suo messaggio è chiaro: non arrendetevi! Pur davanti a mille difficoltà, abbiate la forza di trovare in voi la soluzione giusta per voi, proprio come ha fatto Ivano!

L’intervista

Da quanto tempo vivi in Svezia e cosa ti ha fatto decidere di  spostarti e vivere qui?

Mi sono trasferito in Svezia nell’estate 2016, dopo aver vissuto 4 anni in Irlanda, dove ho conosciuto la mia sambo, ovviamente svedese. Il motivo principale dello spostamento è stata la mancanza di un supporto familiare in Irlanda, avendo all’epoca una bimba, nata nel 2014. I nonni aiutano tanto, soprattutto quando entrambi i genitori lavorano full time. Inoltre la Svezia è molto più accogliente per famiglie con bambini (föräldraledighet e VAB), permettendoci di spendere molto più tempo con i piccoli.

Da pochi mesi hai avviato un’attività on line, vuoi parlarci di cosa si tratta?

Italiansson è un negozio online di prodotti alimentari italiani che sono difficili da reperire in Svezia (a volte introvabili). Si tratta prevalentemente di prodotti normali, che in Italia acquistiamo ogni giorno al supermercato, come biscotti, merendine, pasta, olio ecc. Essendo un negozio online, spediamo in tutta la nazione, dando a tutti i nostri connazionali sparsi per la Svezia la possibilità di godersi le cose più semplici come i biscotti a colazione o un tonno in scatola di qualità.Esattamente 6 mesi più tardi, abbiamo dovuto traslocare in un locale molto più grande, per fare fronte al numero degli ordini sempre crescente, di pari passo alla crescita del catalogo di prodotti (+ prodotti = + spazio necessario). Inoltre a marzo ho dato le dimissioni per il mio precedente lavoro come supporto tecnico nel settore Medtech, per dedicarmi solo ed esclusivamente alla mia azienda.


Come è nata l’idea di questa attività?

Italiansson è un progetto che è nato, come idea, nel 2016, quando ci siamo trasferiti in Svezia, ma all’epoca non avevamo il capitale necessario, anche a causa dei costi del trasloco Irlanda/Svezia, così l’ho accantonato temporaneamente. È sempre stato il mio sogno fare l’imprenditore, avere la mia indipendenza, prendere decisioni senza chiedere il permesso a nessuno (o quasi, la mia compagna lavora tanto quanto me in azienda, quindi diciamo che ho ancora un capo…). Dopo 4 anni si sono presentate le condizioni ottimali per finalmente avviare il nostro progetto, dopo che la mia compagna ha finito la maternità del nostro secondo pargolo. Ad ottobre 2020 abbiamo “aperto” (virtualmente, essendo un negozio online) e fin da subito i riscontri sono stati molto positivi.

Quali differenze ci sono, se ci sono, tra lavorare in un ambiente svedese e quelli precedenti dove hai lavorato?

Avendo lasciato l’Italia solo 5 mesi dopo la laurea, non ho avuto grosse esperienze lavorative in madre patria, se non brevi (e a nero ) part-time, a parte una situazione in cui mi sono trovato per 6 mesi a lavorare come assistente alle vendite in un negozio di articoli e abbigliamento moto (mia passione).
Il grosso della mia esperienza lavorativa pre-Svezia l’ho maturato in Irlanda, dove ho lavorato dal 2012 al 2016 per quella che è l’attuale Marriott Hotel, ricoprendo diverse posizioni. 
Lavorare in Svezia, secondo la mia umile opinione, è più leggero rispetto all’Italia, ci sono ritmi più lenti, orari umani ed i datori di lavoro danno fiducia ai propri impiegati, senza ovviamente citare gli stipendi che sono ovviamente superiori. Ma il punto su cui vorrei soffermarmi è quello degli orari: il tuo contratto è di 40 ore? Ogni minuto extra che fai è retribuito, gli straordinari sono volontari e mai imposti e, soprattutto, ci sono leggi e sindacati che impongono alle aziende specifiche tariffe in base agli orari delle ore extra. 
I lati negativi del lavoro in Svezia: è molto difficile stringere amicizie con i colleghi, le chiacchierate a lavoro hanno sempre quell’alone “awkward” che mi risulta difficile tradurre in italiano, ho sempre avuto la percezione che la gente si sforzasse a parlare tanto per farlo, ma che in fondo non avesse un vero interesse nel sapere i fatti tuoi. E molti non ringraziano se gli tieni la porta aperta…

Ti manca l’Italia?E se si cosa ti manca?

L’Italia mi manca, tanto, ma è più il concetto di casa che uno si crea nella propria mente a mancare, poiché quando poi scendo giù in vacanza, dopo 3 giorni già inizio a stressarmi per il caos del traffico, la gente che ha fretta, quelli che vogliono fare i furbi, la noncuranza delle regole. Però c’è da dire che sono napoletano e tutti sappiamo com’è Napoli, è mille colori, soprattutto paragonandola con la quiete svedese.
Quando scendo mi godo l’affetto della gente, il calore, i sorrisi, le chiacchierate con sconosciuti a una fermata del bus (cosa inconcepibile in svezia), il cibo (la cucina di mamma è sempre la cucina di mamma), gli amici, il sole ed il mare. Però se metti sulla bilancia tutti questi concetti e li paragoni ad una stabilità economica, un futuro per i propri figli, ritmi di vita più calmi ed un concetto di “lavorare per vivere e non vivere per lavorare”, la Svezia vince a mani basse. Bisogna fare dei sacrifici per crearsi un futuro., l’Italia è sempre lì, diventa meta di vacanze.


Se potessi cambiare una cosa della Svezia, cosa cambieresti?

Non voglio citare le cose che credo la maggioranza degli italiani qui voglia cambiare, sapevo già prima di arrivare che il meteo è quello che è, il cibo è quello che è, gli svedesi sono freddi, il tuo indirizzo e spesso numero di telefono sono pubblici e consultabili su vari siti online… Quello che mi infastidisce davvero tanto è il sole basso, che ti va dritto negli occhi quando guidi .Per il resto la Svezia a me piace così com’è, sono uno che si adatta e sono consapevole che l’Italia sia unica e non la si trovi da nessun’altra parte al mondo.


Progetti futuri?

Abbiamo tanti progetti per il futuro legati ad Italiansson, poiché siamo solo all’inizio, quindi sarebbe un discorso lungo. Una volta finita la pandemia, avrò però la possibilità di scendere giù in Italia molto più spesso, per tanti motivi di lavoro, il che non può che rendermi felice.

Annalisa Spinelli corrispondente Progetto Radici-Stoccolma Svezia

Redazione@progetto-radici.it

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