Per l’occasione sono stati selezionati dodici artisti, tutti al di sotto dei quaranta anni, nati, cresciuti e operanti in Italia oppure da tempo trasferitisi a New York, con già alle spalle rilevanti esperienze espositive, premi, riconoscimenti, e che sembrano avere in comune una specifica attitudine. Gli artisti sono: Davide Balliano, Danilo Correale, Irene Dionisio, Antonio Fiorentino, Silvia Giambrone, Domenico Antonio Mancini, Elena Mazzi, Luca Monterastelli, Ornaghi&Prestinari, Gian Maria Tosatti, Eugenia Vanni, Serena Vestrucci.
Nel libro “Il complesso di Telemaco” (Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2013) lo psicoanalista italiano Massimo Recalcati attribuisce alle nuove generazioni la medesima attitudine del personaggio omerico di Telemaco. Se proviamo a estendere la teoria di Recalcati anche a questi giovani artisti italiani di oggi, emerge una possibile chiave di lettura del loro lavoro. Come Telemaco durante la devastazione di Itaca dai Proci dopo la partenza del padre Ulisse, questi nuovi talenti italiani sono di fronte a una Patria (l’Italia) in crisi e dal futuro incerto, ma, come Telemaco, vogliono resistere e reagire a questa situazione critica, convinti che la riconquista della propria eredità (il passato e il presente del proprio contesto culturale) corrisponda alla riconquista del proprio avvenire. Così da un lato si appellano alle proprie radici (la storia dell’arte italiana, la sua manualità, le sue tecniche, materiali e fonti di immagine), dall’altro analizzano e agiscono sull’attuale realtà culturale, sociale, politica italiana per trovare alternative alle sue più cogenti problematiche.
La mostra all’Istituto Italiano di Cultura cerca di individuare i principali modi per farlo proposti da questi artisti che potrebbero pertanto essere definiti “Nuovi Telemaco”.
La mostra, curata da Ilaria Bernardi e organizzata con Magazzino Italian Art, sarà inaugurata negli spazi dell’Istituto il 25 settembre e sarà aperta sino al 1° novembre con ingresso libero.