La società si evolve…o forse no!

La società si evolve…o forse no!

La premessa è d’obbligo. Perché? Semplice: quando apro la mia pagina Facebook (chi è avvezzo lo sa) mi compaiono vari post, uno sotto l’altro, tra cui scegliere.

Mi ha colpito ultimamente trovare due articoli, di due periodici diversi, uno attaccato all’altro. Il primo è Il Corriere Fiorentino, l’altro Il Gazzettino.

Riporto solo i titoli. Il Corriere: “Crisi della Pergola, Favino congela la scuola per attori in Oltrarno”; Il Gazzettino: “Chiara Ferragni: «Spendete 150 euro nel mio negozio a Roma e potrete incontrarmi» “

Mentre nel secondo caso è evidente che ci si trovi nella Capitale, nel primo, lo dice il nome del quotidiano, ci troviamo a Firenze. La Pergola è uno dei teatri principali del capoluogo toscano.

Questi i fatti

Pierfrancesco Favino, a parer mio l’artista di punta del cinema italiano, a Firenze ha aperto una scuola di formazione teatrale fortemente voluta anche da Mario Giorgetti, direttore generale della Fondazione Teatro della Toscana, ente che sovvenziona la scuola stessa. Il percorso prevede una formazione triennale, completamente gratuita, con insegnanti di caratura internazionale, ed è rivolto a ragazze e ragazzi tra i 18 e i 26 anni, in possesso di un diploma di scuola media superiore e con una buona conoscenza della lingua italiana parlata e scritta.

Il problema è che Il Teatro della Toscana è in rosso. Ne risente, per questo, il cartellone del Teatro della Pergola ed anche per la scuola di Favino sono previsti dei tagli.

Lo rende noto lo stesso attore, attraverso un post su Instagram.

E poi c’è lei, la regina degli influencer, la Chiara nazionale. Riportato a casa il marito dall’ospedale (tutti, naturalmente, auguriamo a Fedez di rimettersi ed auspichiamo  una pronta guarigione), si è rimessa al lavoro.

La Ferragni ha aperto qualche mese fa in centro a Roma il suo primo store, firmato Chiara Ferragni. A novembre è prevista l’inaugurazione. Per partecipare bisogna spendere almeno 150€ prima di quella data, iscriversi al concorso ed incrociare le dita. Se si vince, si ha la possibilità di far parte d’élite degli invitati (spendendo un altro patrimonio per abito, trucco e parrucco) e, soprattutto, di vedere Chiara e parlare con lei!!! E di che cosa??!!

Mi sono adeguata a tutto quello che ho potuto, mi sono documentata, sono diventata tecnologica, ho imparato a conoscere le nuove tendenze musicali, ad avvicinarmi al mondo dei giovani e dei giovanissimi per non incorrere nello stesso errore delle generazioni che mi hanno preceduta e cadere nella tentazione di pronunciare la fatidica frase: “Ai miei tempi, invece…”.

Questo, però, è troppo anche per me.

Abbiamo lasciato indietro la cultura e dato spazio alla superficialità. Non vedo più i ragazzi con in mano un libro, ma neanche un Topolino o un Tex Willer. Eppure, con l’ebook c’è la possibilità di leggere anche tramite device e di unire le buone abitudini ai nuovi strumenti.

Le considerazioni che mi vengono in mente sono tante

Si parla di stenti, di difficoltà ad arrivare a fine mese, e poi si incita la gente a buttare via i soldi??!!

Ho letto, tempo fa, questa frase di un altro bravissimo attore, Elio Germano: “Bisognerebbe fare teatro nelle scuole, perché l’esercizio di mettersi nei panni degli altri ci può far diventare una società migliore”. Come non essere d’accordo. Io stessa ho praticato teatro amatoriale e posso dire che mi ha aperto molto la mente e mi ha anche aiutata a forgiare il mio carattere.

Inoltre, penso che fare teatro sia un modo diverso, magari più divertente, per imparare la letteratura. Ma anche la storia, la geografia, la filosofia, e tante altre materie.

Mi ricordo, poi, che anni fa mi hanno parlato di un filoso inglese vissuto a cavallo tra il 1500 ed il 1600, tale Francis Bacon. Una delle sue affermazioni più celebri regalate alla storia è “sapere è potere”, secondo cui il potere dell’uomo sulla natura è fortemente compromesso dal suo sapere, chi ha le competenze necessarie può, quindi, estendere il suo potere sul mondo.

Gli imbecilli, dunque, saranno sempre sottomessi. E, salvo patologie congenite, si può liberamente scegliere di non diventarlo.

Il mio pensiero va a tutte quelle popolazioni che lottano per l’istruzione, la libertà di parola, quella di vestirsi come meglio si crede, e di non sottostare a mille altri soprusi.

E, tornando alle frasi-sentenza dei nostri nonni, mi viene spontaneo domandarmi: “Dove finiremo?!”

Monica Montedoro

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