La politica peggiora solo dove peggiora la cultura

La politica peggiora solo dove peggiora la cultura
politico quadro di Antonio Peragine
George Bernanos diceva:
“Stiamo assistendo non alla fine naturale di una grande civiltà umana, ma alla nascita di una civiltà disumana che non avrebbe mai potuto nascere senza una vasta, immensa, universale sterilizzazione dei valori più alti della vita”.
Domanda da un miliardo di dollari; secondo voi, quando la politica ha meno difficoltà a governare: quando ha più ricchezza da spendere, o se governa popoli resi più umani e intelligenti dalla cultura?
Sbaglierò, ma io credo che in qualunque governo sia la qualità del cervello e non il volume del portafoglio a fare la differenza.
Peccato che la politica mondiale creda che sia il denaro a umanizzare l’uomo e a favorire il buon governo. Invece col denaro si riesce a migliorare solo le cose: e non sempre, e non per sempre.
L’Italia era la quarta potenza industriale del mondo ora siamo la prima impotenza. Svenduta e colonizzata a 360 gradi.
Con più soldi compri un “cappello” migliore. Ma senza Buona Cultura, sotto quel lussuoso cappello, nel migliore dei casi il “cervello” va in letargo o letteralmente in putrefazione.
Per decenni ho pensato che il problema numero uno dell’intera umanità fossero gli strozzini fiscali e finanziari che condizionano e corrompono la politica, per derubare e impoverire i popoli a norma di legge.
Ma ora temo di aver sbagliato alla grande. È la qualità del modello culturale formativo e informativo a fare miracoli, rendendo i popoli umani o disumani, intelligenti o stupidi: capaci di tenere a bada i lupi, o abboccare all’amo come pesci e soccombere.
Condannando così la politica, inesorabilmente influenzata più dalla qualità culturale di un popolo, che dalla quantità di denaro spendibile, a vincere o fallire miseramente. (Vedi Italia)
Anche lo scemo del villaggio con le tasche piene impara a sperperare. Ma per non vivere come asini nel frastuono, gli umani che hanno scelto di autogovernarsi, hanno bisogno di “sapere” e  di “capire”.
E la formula culturale e quindi politica vincente per proteggere le vittime dai carnefici, ahinoi, proprio come diceva Bernanos, “sterilizzando i valori più alti della vita” l’abbiamo gettata alle ortiche.
Nell’ultimo secolo la politica mondiale ha puntato sullo sviluppo economico con la certezza che una maggiore disponibilità di denaro, liberando l’uomo dal pericolo e dal bisogno lo avrebbe migliorato, lo avrebbe sensibilmente umanizzato. Invece ne ha fatto un consumatore ossessivo compulsivo stupido o rapace.
Ha fallito la terapia, perché solo l’accoppiata vincente: disagio economico e buona cultura mettono in moto e maturano i cervelli e migliorano gli uomini governati e governanti.
Con qualche eccezione che non smentisce la regola: il denaro immeritato, gonfia i portafogli, ma sgonfia i cervelli.
Se la cultura avesse ancora la funzione di rendere intelligente l’uomo; la finanza mondiale che condiziona e terrorizza l’intera umanita almeno da un secolo, sarebbe politicamente determinante, giusto quanto il due di briscola in una partita a scopa.
Franco Luceri

Redazione

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