Tempi cambiati?  

Tempi cambiati?   

 Da noi, pur se sono passati lustri, si continua a “lanciare il sasso e nascondere il braccio”. Come a scrivere che nessuno si muove nel senso razionale senza pretendere una contropartita politica da far valere al momento opportuno. Anche questo Esecutivo dovrà tenerne conto.

Allora, quali saranno le nuove prospettive sulle quali si dovrebbe rifondare la Repubblica? Alla luce dei fatti, pur con tutte le possibili cautele, non rileviamo segnali d’effettivo mutamento. Gli “incontri” e, spesso, un’alleanza “formale” di chi vorrebbe un’Italia “diversa” naufragano nell’incomprensione. Sara’, forse, il “centro” a supportare una formula governativa praticabile? Certo è che sino agli anni’90, quando la partecipazione alla vita politica nazionale era una realtà diversa, certi obiettivi riuscivano a svilupparsi.

Da allora, sono passati tanti anni. Una generazione ha lasciato il posto a un’altra. Ma i problemi non si sono ridimensionati come avrebbero dovuto. La politica “nuova” non è stata presentata neppure in teoria. Sono cambiati gli uomini dei partiti e le maggioranze politiche, ma le finalità sono rimaste, in sostanza, le stesse. 

Allora, cosa c’è di nuovo sul fronte istituzionale del Bel Paese dopo le recenti elezioni politiche? L’interrogativo, a nostro avviso, rimane senza risposta. Insomma, i “tempi” della politica sono cambiati. Non siamo, però, in grado d’affermare se in meglio. Per evitare “sorprese” a posteriori, preferiamo monitorare gli eventi che continuano a interessare in Paese. Forse, la buona volontà politica ci sarebbe. Manca, però, un robusto segnale di sua applicazione. 

 

Giorgio Brignola

Redazione

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