Missili sulla Polonia: cosa sta succedendo?

Missili sulla Polonia: cosa sta succedendo?
Fonte immagine: WIADOMOSCI.RADIOZET.PL

di Donatello D’Andrea

Ieri sera un missile è caduto in una fattoria polacca, a pochi km dalla cittadina di Przewodow, a una decina di km dal confine con l’Ucraina.

L’accaduto ha generato un comprensibile panico, soprattutto nel Paese interessato. Il Premier Morawiecki ha convocato i massimi vertici delle forze armate, mentre la Nato è stata allertata con gli USA che hanno seguito la vicenda con calma e apprensione.

Si dice sia stato un missile russo, anche se nelle ultime ore si parla anche di un missile ucraino lanciato per intercettarne uno russo. Da due giorni, cioè dalla ritirata dei russi da Kherson, sono ripresi i massicci bombardamenti di Mosca contro le infrastrutture ucraine. Non è poi improbabile che quelli caduti in Polonia siano frammenti di un missile russo colpito dalla contraerea ucraina. In ogni caso si tratta di un incidente e non di un atto voluto.

Da settimane, poi, la Russia e gli USA stanno discutendo in segreto – si dice siano coinvolti i maggiori vertici dell’intelligence – circa la conclusione della guerra in Ucraina, tanto che Biden ha chiesto a Zelenskyy di ammorbidire la sua posizione. L’ucraino ha risposto con i dieci punti di cui si parla da giorni. Un segnale importante. È davvero illogico che Mosca abbia deliberatamente fatto un gesto capace di far saltare tutto.

C’è chi già parla di art. 5 del Trattato del Nord Atlantico, il quale per alcuni significherebbe automaticamente “guerra mondiale”. Forse è il caso di darsi una calmata. Innanzitutto il governo polacco ha chiesto un incontro sulla base dell’art. 4 – notizia da confermare – il quale implica la richiesta di una consultazione con i Paesi Nato. Inoltre, bisogna ricordare che i leader dell’Alleanza restano gli Stati Uniti, i quali – almeno per il momento – non hanno alcuna intenzione di impegnarsi (e far impegnare gli alleati) in un conflitto in Europa. Infine, l’art. 5 non contiene alcun automatismo.

Poi, esperti ritengono che invocando l’art. 4 la questione potrebbe semplicemente risolversi con un maggior sostegno polacco – già terzo fornitore d’armi di Kiev – e degli altri Paesi dell’Est Europa all’Ucraina, con maggior riguardo alle capacità aeree e anti-aeree.

Infine, bisogna ricordare che la Polonia e gli stati dell’Est concepiscono la Russia come minaccia esistenziale. Ci si aspetta da loro una risposta muscolare – com’è normale che sia – perché Varsavia non vuole farsi trovare debole. Ma la Polonia non è nella posizione di persuadere la Nato in azioni avventate e imprevedibili. Gli USA, soprattutto, non hanno alcun interesse a concentrarsi in Europa, distogliendo lo sguardo dallo scenario che interessa loro davvero: l’Indo-Pacifico.

E quindi? Non sarà terza guerra mondiale, a prescindere da chi abbia lanciato i missili o se si tratti o meno di un incidente. La Nato non vuole e non può impegnarsi per due morti – è cinico, ma è così – e per una questione di cui si sa ancora poco e che lo stesso Biden crede, sulla base di rilevazioni dei suoi funzionari d’intelligence, abbia poco a che fare con la Russia. Anche nel caso si trattasse di un incidente, dovuto alla già riconosciuta “difficoltà militare” di Mosca, i russi non ammetterebbero mai ed è probabile che gli americani non facciano nulla “per forzarli” a farlo.

Restiamo in attesa di altri aggiornamenti che contribuiranno, sicuramente, a chiarire meglio quanto sta accadendo.

Redazione Radici

Donatello D'Andrea

Classe 1997, lucano doc (non di Lucca), ha conseguito la laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e frequenta la magistrale in Sistemi di Governo alla Sapienza di Roma. Appassionato di storia, politica e attualità, scrive articoli e cura rubriche per alcune testate italiane e internazionali.

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