Le 7 vite di Silvio Berlusconi

Le 7 vite di Silvio Berlusconi
Fonte immagine: Getty Images/Repubblica

di Donatello D’Andrea

Agosto. In un caldo pomeriggio d’estate, in cui uscire diventa proibitivo, ti capita di scorrere la home del tuo social di fiducia e di incappare in un video. Al centro dell’inquadratura, c’è un uomo anziano, invecchiato di 30 anni, seduto ad una scrivania e circondato di foto e cimeli d’epoca. Spiccano, sullo sfondo, le bandiere italiana ed europea e una cornice con il simbolo di un partito, Forza Italia. Si nota anche il tocco immancabile della famiglia con la fede posizionata in bella vista e una cadenza del discorso un po’ impastata, di chi a 85 anni tenta l’ennesima corsa politica trascinandosi dietro un intero partito.

Non è un déjà-vu. È Silvio Berlusconi che, per l’ennesima volta, si presenta davanti agli italiani, lanciando un messaggio a coloro che nel 1994, gli garantirono una rapida ascesa al potere.

«Andare a votare e votare Forza Italia per costruire tutti insieme dopo il 25 settembre un nuovo, grande miracolo italiano». La strategia è sempre la stessa e punta verso un elettorato nostalgico e che ripone la propria fiducia nella sua persona e non nel partito. Quest’ultimo resta secondario rispetto alla figura di quell’imprenditore che da quella stessa scrivania, trent’anni fa, annunciò la sua “discesa in campo“.

D’altronde, bisogna davvero essere fin troppo fiduciosi per credere alle roboanti promesse. Dai 1000 euro di pensione a tutti al milione di alberi, passando per il PNRR che, stando alle sue dichiarazioni, sarebbe merito del suo lavoro e non di Conte o Draghi.

La campagna elettorale del Cavaliere ha quel sapore retrò che cerca in tutti i modi di stare al passo con i tempi. Berlusconi conosce bene la televisione ma ha altresì imparato ad adoperare i social, comprendendo, forse più di tutti, che il vero campo di battaglia sarà il web. La scelta di dedicare una serie di riprese di qualche minuto a spiegare il programma è mediaticamente geniale.

D’altronde si sa, Berlusconi è un mattatore di scena, in grado di riciclarsi con un’abilità fuori dal comune. Niente dura per sempre, però, e le occasioni per riciclarsi, prima o poi, finiscono e le attuali condizioni politiche e sociali sono totalmente differenti rispetto al passato. La sua figura appare sbiadita, il suo appeal sociale ridimensionato, così come il suo peso politico e la sua presa nei confronti degli elettori.

Insomma, l’ascendente del Cavaliere non è più universale e il suo partito sta lentamente scomparendo, inghiottito dai novelli galli cedroni Salvini e Meloni. Forza Italia non è più la forza politica di maggioranza relativa nella coalizione, falcidiato dalle defezioni e da sondaggi poco incoraggianti che delimitano il consenso del partito al solo zoccolo duro.

Nonostante ciò, il suo ruolo sarà comunque importante: fungerà, cioè, da cerniera tra i due contendenti in un eventuale e possibile governo di centrodestra. Berlusconi, in sostanza, si appresta a vivere la sua “settima vita politica“, rispolverando il suo armamentario elettorale nel tentativo di ritagliarsi un ruolo attivo all’interno del prossimo Parlamento che gli permetta di incidere sulle dinamiche politiche italiane.

Redazione Radici

Donatello D'Andrea

Classe 1997, lucano doc (non di Lucca), ha conseguito la laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e frequenta la magistrale in Sistemi di Governo alla Sapienza di Roma. Appassionato di storia, politica e attualità, scrive articoli e cura rubriche per alcune testate italiane e internazionali.

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