Roma-Kiev: cresce la tensione nel governo per le scelte sull’Ucraina

Roma-Kiev: cresce la tensione nel governo per le scelte sull’Ucraina

Alla vigilia del viaggio di Draghi negli Stati Uniti, Lega e Movimento 5 stelle vanno in pressing affinchè il premier chiarisca la linea dell’Italia e faccia di tutto per rilanciare la strada del dialogo

Mario Draghi
Sale la tensione nella maggioranza sulla linea del governo riguardo il conflitto in Ucraina. Alla vigilia del viaggio del premier Draghi negli Stati Uniti, Lega e Movimento 5 stelle sono sempre più in pressing affinchè il premier chiarisca la linea dell’Italia e faccia di tutto per rilanciare la strada del dialogo. Basta con la politica delle armi, la tesi.

“La priorità è cessare il fuoco e salvare vite. Non penso che dopo due mesi e mezzo la risposta siano altre armi e altri morti“, dice il leader della Lega Salvini. “Spero non ci sia qualcuno che ha interesse di far proseguire la guerra. Gli italiani sono gli ultimi ad avere questo interesse”, prosegue il ‘Capitano’ del partito di via Bellerio.

“È evidente che dopo due mesi di attività bellica ci debba essere un confronto in Parlamento per capire quali posizioni il governo porterà ad esempio a Washington e mentre si preannuncia anche un passaggio a Kiev. È inevitabile che il governo italiano riceverà delle chiare posizioni dagli Usa per questo è importante che porti anche delle chiare posizioni dell’Italia”, rilancia il leader M5s Conte che chiede un voto in Parlamento su una mozione per ridisegnare il perimetro di azione del governo.

“Visto da Bucha il dibattito che si fa in Italia sull’Ucraina è lunare”, la risposta del Pd con la deputata e responsabile Esteri Quartapelle, impegnata in queste ore in un fitto giro di incontri e visite in Ucraina insieme a Riccardo Magi, su invito del parlamento ucraino.

Il segretario dem Letta preferisce non entrare in polemica con il Movimento 5 stelle. “La proposta che avanzo – osserva – è di creare una Confederazione Europea, al di sopra dell’Unione Europea. Occorre cioe’ creare uno spazio politico che metta insieme i 27 Paesi membri dell’Unione Europea, che continua a vivere normalmente, con i 9 Paesi che hanno l’aspirazione di diventare membri dell’Unione, Ucraina compresa. Paesi che in questa fase sono diventati centrali: Moldavia, Georgia, Macedonia del Nord, Albania, Serbia, Bosnia, Montenegro e Kosovo.

Poi altra considerazione: “Il G20, creato nel 2008, è stato un’intuizione geniale, una novità importante, utile, interessante. Ebbene, nel momento in cui alla recente riunione del G20 a livello di ministri delle Finanze e governatori, gli europei si alzano e se ne vanno insieme agli americani mentre parla il delegato russo è evidente che qualcosa di grave è successo. Allora dobbiamo domandarci se ci sara’ ancora un G20 e che ruolo avrà”.

Resta il clima di fibrillazione nella maggioranza sul conflitto in Ucraina. Il dibattito politico è ancorato sulla posizione dell’Italia: il premier la prossima settimana sarà negli Stati Uniti (potrebbe riferire in Parlamento il 18 maggio) ma il quadro normativo nel quale si muove l’esecutivo è già definito con il varo dei due decreti sull’Ucraina.

Prosegue il confronto anche sul ‘caso Petrocelli’

Martedì si pronuncerà la Giunta per il Regolamento del Senato dopo le dimissioni di massa, escluse quelle di Petrocelli e dell’ex pentastellato Dessì, per un cambio alla guida. L’interrogativo e’ anche su chi sarà chiamato a prendere il posto dell’ex pentastellato. Ma fonti parlamentari della maggioranza raccontano che il presidente M5s Conte vorrebbe l’ex capogruppo del Movimento 5 stelle Licheri, mentre l’ala ‘governista’ che fa riferimento al ministro Di Maio punterebbe sulla pentastellata Nocerino.

Non è escluso che quando si arriverà al dunque, di fronte ad un’impasse la partita possa essere decisa a scrutinio segreto. Tra i dem c’è il convincimento che nel Movimento la ‘linea Petrocelli’ sia molto più diffusa di quanto appaia. Lo testimonia, sottolinea un big dem alla Camera, anche l’alzata di scudi di Conte nei confronti del ministro Guerini.

Il responsabile della Difesa ieri ha spiegato in audizione che verranno inviati “anche dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le citta’ e la popolazione civile”.

“Dichiarazioni allarmanti” per il Movimento 5 stelle che ha poi fatto sapere di aver apprezzato la correzione di rotta, ovvero il riferimento – ha rimarcato la Difesa – era legato “a munizionamenti a cortissimo raggio funzionali al solo scopo difensivo e per proteggere città e cittadini”. Sulle parole di Guerini è tornato anche Salvini: “Dopo due mesi e mezzo domandiamoci a chi stanno andando queste armi”.  AGI

Antonio Peragine

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