“Guttuso e il realismo in italia, 1944-1954”: il nuovo libro di Chiara Perin

Alla caduta del fascismo anche gli artisti dovettero affrontare nuovi e dilemmi.
Quale linguaggio per manifestare il proprio impegno civile? Come interpretare la lezione dei maestri italiani, di Picasso e delle avanguardie? Avventurarsi nel terreno dell’astrazione o ripiegare sulle forme rassicuranti del realismo?
Il volume indaga questi e analoghi interrogativi alla luce delle esperienze figurative maturate in Italia tra 1944 e 1954. L’ambiente romano trova particolare risalto: lì, infatti, si concentravano i dibattiti più vitali grazie alla presenza del capofila realista, Renato Guttuso.
Limitando la ridondanza delle coeve pagine critiche a vantaggio dell’analisi di opere e contesto, acquistano evidenza gli aspetti meno noti del movimento: i modelli visivi, i generi ricorrenti, le controversie tra i tanti esponenti. In appendice, una fitta cronologia consente al lettore di seguire da vicino eventi e polemiche del decennio.
Chiara Perin ha studiato all’Università degli Studi di Udine, dove nel 2018 ha discusso una tesi di dottorato sul realismo nel secondo dopoguerra a cui nel 2018 è stato conferito il premio di pubblicazione della Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte. Ha pubblicato saggi su Renato Guttuso, Giuseppe Zigaina e l’eredità di Corrente. Attualmente è assegnista di ricerca presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.