Artemis, grandi manovre: le spettacolari immagini dalla rampa di lancio

Artemis, grandi manovre: le spettacolari immagini dalla rampa di lancio
Per la prima volta lo Space Launch System ha raggiunto, per un test, la rampa di lancia del Kennedy Space Center

ROMA – Il colpo d’occhio è emozionante e significativo: il gigantesco Space Launch System, con in testa la navicella Orion,  si staglia verso il cielo dal complesso di lancio 39B del Kennedy Space Center della Nasa, in preparazione della prova generale del lancio per il razzo che darà il via alla nuova corsa alla Luna grazie alla missione internazionale Artemis. Neanche a farlo apposta, dietro al razzo si scorge nel cielo sereno una splendida Luna piena, che si spera sia di buon auspicio.

artemis

“Da questo luogo sacro e storico l’umanità si imbarcherà per una nuova era”, sono le parole con cui l’amministratore delegato della Nasa, Bill Nelson, ha accolto l’arrivo del mega lanciatore dopo dieci ora e ventotto minuti di spostamento per percorrere circa sei chilometri e mezzo. “Artemis I dimostrerà l’impegno e la capacità della Nasa di estendere la presenza dell’umanità sulla Luna e oltre”, ha proseguito Nelson.

Proprio come prima di uno spettacolo teatrale, anche le missioni spaziali hanno bisogno di prove. Quella che è andata in scena tra il 17 e il 18 marzo è preliminare all’attesissimo lancio: dopo il caricamento sulla rampa, tocca al team riempire i serbatoi e procedere al conto alla rovescia, per verificare che tutto prosegua secondo tabella di marcia e che non ci siano inconvenienti che comporterebbero nuovi interventi di correzione. La Nasa, infatti, esaminerà i dati del test prima di fissare una data per il lancio di Artemis I. Il razzo integrato e il veicolo spaziale torneranno all’edificio di assemblaggio diversi giorni dopo il test per rimuovere i sensori utilizzati durante le prove, caricare le batterie del sistema, stivare il carico in ritardo ed eseguire i controlli finali. Orion e lo Space Launch System passeranno quindi alla rampa per l’ultima volta circa una settimana prima del lancio. Ricordiamo che la prima missione del programma Artemis sarà senza equipaggio. Nella missione successiva, Artemis II, voleranno anche i primi astronauti: orbiteranno intorno alla Luna e poi torneranno sul nostro pianeta. Sarà Artemis III a portare la prima donna e il prossimo uomo a scendere sulla Luna.

L’ITALIA ALLE PROVE GENERALI CON ARGOMOON

Durante la prima grande prova di Artemis I, al Kennedy Space Center c’era anche l’Italia. Installato a bordo dello Space Launch System, infatti, ha trovato posto ArgoMoon, il cubesat dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) realizzato dall’azienda torinese Argotec. Si tratta di una sorta di fotoreporter lunare che fornirà le immagini delle manovre del razzo, spiegano dall’Agenzia spaziale italiana. Il cubesat misura 20x30x10 centimetri e pesa circa 14 chili. Il compito di ArgoMoon, spiegano ancora dall’Agenzia, sarà quello di “fornire alla Nasa le immagini significative a conferma della corretta esecuzione delle operazioni del vettore Space Launch System, che al momento del rilascio dei cubesat non potrà inviare segnali verso Terra. ArgoMoon completerà le operazioni di puntamento attraverso l’utilizzo di un software per la navigazione autonoma e per le manovre orbitali di rientro sulla Terra e di fine vita. Altra finalità tutta italiana sarà quella di validare tecnologie per applicazioni su nanosatelliti ed in particolare sui sistemi di telecomunicazione e di controllo di assetto e orbitale nello spazio profondo, nonché la resistenza di componenti e unità alle radiazioni tipiche di questi ambienti. Nonostante il volume ridotto, sono racchiuse dentro ArgoMoon le stesse capacità di un satellite dalle grandi dimensioni con sottosistemi miniaturizzati tecnologicamente avanzati, capaci di resistere alle difficili condizioni dello spazio profondo. Attraverso un software basato sull’intelligenza artificiale, il satellite è in grado di effettuare il riconoscimento degli oggetti nel suo campo visivo, di attuare autonomamente manovre orbitali e di assetto per mantenere la corretta distanza e catturare immagini di alta valenza tecnica ma anche di forte impatto pubblico”. ArgoMoon non sarà solo: caricati sul mega razzo della Nasa ci sono anche altre nove cubesat, di cui sette americani e due giapponesi. ArgoMoon, pensato e nato in Italia, sarà l’unico elemento europeo nel carico del primo viaggio verso la Luna della nuova epoca di conquista dello Spazio. 

IL PROGRAMMA ARTEMIS

Con il programma Artemis, la Nasa, in collaborazione con le agenzie spaziali di quasi tutto il mondo, getta le basi per l’esplorazione dello spazio profondo. Le componenti principali sono il lanciatore Space Launch System, la navicella Orion, il sistema di atterraggio umano sulla Luna e il Gateway, una struttura orbitante intorno al nostro satellite. Tutti mezzi, che, nelle intenzioni, serviranno da base per un viaggio ancora più futuristico: quello verso Marte.

Redazione Radici

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