I cambiamenti epocali

I cambiamenti epocali

In diverse circostanze, ho sostenuto dalle mie pagine, come la Giustizia sociale, sia una necessità naturale ed istintiva, che alberga nello spirito dell’uomo sin dai primi anni della sua vita e che si sviluppa ed assuma la propria “Ratio”, attingendo al patrimonio della cultura familiare, fondata sulla obbedienza, eredita dai genitori, i quali, rappresentano, istituzionalmente ed “autorevolmente”, il primo presidio di “imparzialità” e di “giustizia”, nella gestione dei rapporti di fratellanza, che non ammette ritardi di intervento, contestualizzata tra la esigenza individuale e quella collettiva, nel pieno principio dei valori che fondano sulla Fedeltà, sulla Lealtà e sul Rispetto reciproco.

La Famiglia, dunque, è un nucleo cellulare che, unitamente agli altri nuclei, forma il “Corpo strutturale” della Società Civile che, a sua volta, determina gli usi ed i costumi di una Civiltà.

Ritengo che, ogni cambiamento Sociale, debba svilupparsi in maniera naturale, poiché nulla può essere indotto da parte di chi voglia imporre un cambiamento epocale e strutturale, che parta proprio dalla disintegrazione dei valori familiari.

Basta, con chi tenti di distruggere la Istituzione Familiare.

E lo sostengo proprio nei giorni appena trascorsi delle Festività celebrate per ricordare l’importanza della Sacra Famiglia, quale stella polare che guida il nostro percorso esistenziale.

Quindi, penso che non vi possa essere un Governo che nessuno ha mai votato (in quanto governo), e, soprattutto, ha mai delegato per compattarsi, da destra a sinistra, sotto la guida di una sola persona “calata” dall’alto (per quanto onesta e leale possa essere) che imponga cambiamenti sociali ed epocali (al di la dei torti e delle ragioni) senza l’autorizzazione del Popolo.

Ripeto fino al parossismo: “senza l’autorizzazione del popolo”, in ossequioso rispetto della nostra Costituzione”.

Autorizzazione che, il Popolo, esplicita attraverso il voto del consenso di maggioranza ai programmi pre-elettorali.

Di contro, penso che i partiti si possano pure riunire, sintetizzarsi e consolidarsi in un unico Governo, giustificato dall’attuale stato di emergenza ma, a patto che, le ragioni di un partito, non prevalgano su quelle degli altri Partiti accomunati e, soprattutto, che la “gestione” politico-amministrativa, sia solo e soltanto di “ordinaria amministrazione” e giammai necessaria per imporre cambiamenti epocali…

Tanto più, i Partiti che sostengono l’attuale Presidente del Consiglio, hanno ottenuto i loro passati consensi dal popolo, per programmi elettorali diversi tra loro, e che, oggi, sono stati totalmente disattesi, delusi e distratti dagli Eletti.

Attenzione, quest’ultimo passaggio, non è di poco conto … ripeto l’ultimo termine, “distratti”!

Mi chiedo: “Distratti sull’Altare di quale reale interesse”?

In una Società di Capitali, la distrazione di capitali, è un reato penale.

Al pari, il corpo elettorale, è un Capitale Sociale, che non può essere distratto dalle finalità indicate dal popolo nelle Urne.

Attenzione: una cosa è lo stato di emergenza (che, comunque, va sempre dimostrato scientificamente) ed un’altra è approfittare di quello stato, per stravolgere ed imporre nuovi usi e costumi al popolo sovrano.

Non è certo il mio caso di elettore, che posso tranquillamente dimostrare, ma se un Leader qualunque dovesse dirmi che se lo voto usciremo dall’Europa (che, poi, non vedo alcuno scandalo ad uscire dall’Europa, dal momento che l’Inghilterra lo ha fatto e, ripeto, al di la dei torti e delle ragioni, visto che ci siamo entrati senza che nessuno chiedesse il permesso al popolo, che fino a prova contraria, resta l’unico “Sovrano”) che sarà reintrodotta la divisa monetaria nazionale, che saranno protetti i confini nazionali e così via dicendo, ed io gli dovessi concedere il mio voto, che unitamente agli altri voti diventasse maggioranza nel Paese, quel Leader ed il suo partito, disattendendo il mio e l’altrui mandato, avrebbero usato ed abusato illegittimamente del mio e dell’altrui voto.

Ripeto, anche se non è il mio caso, io, mi sarei sentito frodato.

Nel qual caso, “io”, non sarei rimasto certo con le mani nelle mani.

Io che, nel periodo della mia adolescenza, ho vissuto i Moti Studenteschi, fondati sulla passione politica e sugli ideali da difendere fino all’ultimo respiro (ideali di Destra e/o di Sinistra non importa), ritengo di poter affermare che, questa attuale situazione politica, rappresenti la fine della Politica e delle sue tradizionali dinamiche.

Certo, le basi furono buttate già 30 anni fa, e lo stravolgimento della Politica di allora, si riflette ancora oggi sulla nostra vita.

Ma di questo argomento ne parleremo in una prossima occasione.

Concludo con un estratto dal Discorso sulla Costituzione pronunciato da Piero Calamandrei, Resistente, Avvocato e Politico di Razza, tenuto a Milano nel salone degli Affreschi della Società Umanitaria, il 26 gennaio 1955:

Dietro ogni articolo di questa Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una Carta morta: no, non è una Carta morta.

Meditiamo gente, meditiamo … e riappropriamoci del potere del nostro voto, costituzionalmente garantito, che ci rende sovrani nella nostra Patria.

ROBERTO CHIAVARINI

Opinionista di Arte e politica

Redazione Radici

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