Mattarella: siamo ancora chiamati alla prudenza e alla responsabilità

Mattarella: siamo ancora chiamati alla prudenza e alla responsabilità

“Quello che sta per concludersi è stato un anno di lavoro intenso, come auspicato al termine del 2020. Con priorità chiare: la lotta alla pandemia e la ripresa della vita economica e sociale del Paese”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che oggi pomeriggio ha ospitato al Quirinale la tradizionale cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle Istituzioni, delle forze politiche e della società civile, l’ultima del suo settennato.


Se guardano ai vaccini e alla “rimessa in moto della società” il “bilancio è complessivamente positivo”, il Presidente ha subito di ricordato che “la pandemia segna ancora il nostro tempo” e che quindi “siamo ancora chiamati alla prudenza e alla responsabilità”.
Certo, “non ci sentiamo più in balìa degli eventi”, ma tutti alle prese con un “paradosso”, cercare, cioè, di “riconquistare la normalità delle nostre vite sapendo che siamo nel mezzo di trasformazioni epocali che stanno cambiando il lavoro, le abitudini, le relazioni, oltre alle priorità dell’agenda pubblica. La normalità che, ad oggi, siamo riusciti a riconquistare – circondata da cautele e da misure di vigilanza sanitaria – è già diversa da quella che conoscevamo.

La normalità che perseguiamo non sarà comunque il ritorno al mondo di prima”.
La sfida, ora, “è la ripartenza che, per essere efficace, deve vederci capaci di profondi cambiamenti: mutare i nostri stili di vita, dare allo sviluppo una forte qualità ambientale, fare della transizione digitale una leva per migliorare processi produttivi e, al tempo stesso, per migliorare la vita delle persone e delle comunità”.
La pandemia “ha posto in luce questioni che riguardano i modelli sociali, il rapporto con l’ambiente, il rispetto dei diritti delle persone e della convivenza, una più equa distribuzione delle opportunità: si tratta di temi cresciuti nella sensibilità comune anche in ragione dell’impegno per sconfiggere il virus”. Nel Paese “sono emerse risorse, capacità, energie che hanno consentito di affrontare uno dei passaggi più pericolosi e difficili degli ultimi decenni”.
Sottolineato il grande lavoro dei medici e degli operatori sanitari, di cui ha lodato l’impegno, così come quello delle Forze Armate, dei Corpi di Polizia, della Protezione civile, “di tanti volontari in ogni angolo del Paese”, Mattarella ha pure ricordato che “la ricerca e la scienza hanno conquistato risultati straordinari, in poco tempo, grazie a una collaborazione internazionale che ha superato limiti e barriere. Un comune storico impegno”.


Il Presidente ha poi citato le misure del Governo a sostegno degli italiani, “l’apertura di un ciclo di politiche espansive si è resa possibile grazie a una coraggiosa e opportuna svolta, di cui l’Unione europea si è fatta protagonista”, ha aggiunto richiamando l’importanza di “dare attuazione, nei tempi previsti, al Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
La stagione della ricostruzione si presenta anche come stagione di doveri”, ha rimarcato il Capo dello Stato. “Doveri assunti anche spontaneamente dai nostri concittadini, che desidero ancora una volta ringraziare. Abbiamo compreso che la Repubblica è al tempo stesso istituzioni e comunità. La comunità ha bisogno delle sue istituzioni democratiche per difendere se stessa, per tradurre in realtà i propri valori, per aprirsi la strada verso il futuro”.
“Credo che si possa riconoscere come in Italia si sia affermata una sostanziale unità. Unità di intenti di fronte alla pandemia.

E unità di sforzi per gettare le basi di un nuovo inizio”, ha sostenuto Mattarella, che, richiamando il discorso di fine anno del 2020, ha sostenuto che “il tempo dei costruttori si è realizzato in questa consapevolezza. Non era scontato”.
In questo senso, il Capo dello Stato ha voluto esprimere un “riconoscimento all’impegno delle forze politiche che hanno colto il senso dell’appello rivolto, all’inizio dell’anno, al Parlamento affinché, nell’emergenza, si sostenesse un governo per affrontare con efficacia la pandemia in atto e per mettere a punto progetti, programmi e riforme necessari per non dissipare la straordinaria opportunità del Next Generation.

Aver saputo porre in secondo piano divisioni e distinzioni legittime, diversità programmatiche e sensibilità politiche e culturali per privilegiare un lavoro comune nell’interesse nazionale è stato molto importante. Questo atteggiamento costruttivo ha accomunato sovente maggioranza e opposizione”.
La Repubblica “è l’insieme delle sue istituzioni, dei cittadini, delle forze sociali, dei corpi intermedi, del mondo del lavoro e delle imprese. L’opera ricostruttiva sarà il frutto dell’impegno di tutti”, ha ribadito Mattarella che ai “dati incoraggianti” sul tasso di crescita del Pil nazionale ha affiancato anche “preoccupazioni” quali i dati demografici, il tasso di occupazione, gli infortuni sul lavoro “scandalosamente gravi” e gli squilibri territoriali.


Poi ci sono i “fattori di rischio” causati dalle incertezze globali “che possono pesare sulla nostra economia e sulle politiche di bilancio”, senza dimenticare “il moltiplicarsi di focolai di tensione alle porte dell’Unione europea”.
Di fronte a tutte queste sfide, ha ribadito ancora una volta, serve un approccio condiviso: “proprio la pandemia ha reso evidente a tutti cosa significhi interdipendenza. Non si potrà più tornare indietro da questa consapevolezza. La lotta al virus o è globale o non esiste. Anche l’obiettivo di un nuovo modello di sviluppo, sostenibile sul piano ambientale e sociale, sarà possibile soltanto con la cooperazione dei Paesi e delle istituzioni internazionali” a cominciare dall’Ue che “resta una realtà imprescindibile per l’Italia”.


L’Italia “è un grande Paese e gli italiani sono un grande popolo. Dobbiamo avere fiducia nelle nostre possibilità”, ha sottolineato Mattarella. “Il Premio Nobel assegnato a Giorgio Parisi è certamente il frutto della sua intelligenza e del suo lavoro di scienziato. Ma quel premio costituisce anche un riconoscimento alla nostra università e alle qualità della nostra ricerca; questo ci rende orgogliosi e ci incoraggia a guardare avanti. Del resto, una delle caratteristiche della nostra gente si manifesta quando le condizioni sono difficili: quello è il momento in cui riusciamo a esprimere il meglio di noi. A ritrovare la fiducia smarrita”.


Non rinunciamo alle differenze e alle diversità. Ma sappiamo essere uniti sulle grandi scelte, quando le circostanze della vita lo richiedono”, l’invito del Presidente. “L’augurio che rivolgo a voi e al nostro amato Paese – per il futuro – è che lo spirito costruttivo e collaborativo, reciprocamente rispettoso, possa divenire un tratto stabile dei rapporti istituzionali. È questo lo spirito che ha costruito la Repubblica, che ne alimenta la vita, che rafforza tutte le istituzioni, che – ha concluso – conferisce autorevolezza e che alimenta la fiducia nell’Italia”.

Redazione Radici

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