Aboliamo il canone TV

Aboliamo il canone TV

di Dino Nardi 

ZURIGO – In alcuni Paesi il canone TV non è mai esistito o è stato abolito come, ad esempio, nei Paesi Bassi, Polonia, Russia, Spagna e Turchia, mentre in altri si prevede che – grazie al pagamento del canone – la televisione pubblica non trasmetta o limiti notevolmente la pubblicità come nel caso di Danimarca, Finlandia, Francia, Norvegia e Svezia.
Ciò premesso, spesso, non solo in Italia ma anche all’estero nelle comunità italiane, ci si lamenta del canone radiotelevisivo che si è obbligati a pagare in Italia quando nell’abitazione vi é un apparecchio TV. Un obbligo al quale è diventato, peraltro, quasi impossibile sfuggire da quando il governo Renzi introdusse dal 2016 il pagamento del canone tramite la bolletta elettrica.

Infatti, da allora, è diminuita drasticamente l’evasione del canone consentendo così allo Stato di poterlo ridurre da 113 a 90 euro all’anno, a riprova che le tasse possono essere ridotte a condizione che si paghino tutti. Bene, a fronte dei lamenti per il canone tv in Italia, che dire allora del canone che viene richiesto in Svizzera, sicuramente tra i più cari al mondo? E tale resta nonostante che, dall’inizio di quest’anno (2019), l’importo annuo sia stato ridotto da 451 a 365 franchi con la nuova normativa (vedere box) predisposta dal Consiglio Federale dopo che lo scorso 4 marzo l’elettorato elvetico aveva respinto l’iniziativa popolare “SI ALL’ABOLIZIONE DEL CANONE RADIOTELEVISIVO”. 

Il nuovo canone radiotelevisivo  in Svizzera
Il canone per le economie domestiche
Il 1° gennaio 2019 entrerà in vigore il nuovo canone indipendente dal possesso di apparecchi di ricezione. Il nuovo sistema è più semplice ed economico, il principio è: un’economia domestica, un franco al giorno.
Dal 1° gennaio 2019 ogni economia domestica di tipo privato paga un canone annuo di 365 franchi. Il Consiglio federale ha stabilito questo importo, di 86 franchi inferiore all’odierno canone di ricezione, il 18 ottobre 2017. Ha altresì incaricato il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) di riesaminare le tariffe del canone radiotelevisivo nel 2020 e in seguito ogni due anni, con l’obiettivo di ridurle ulteriormente.

Il canone è da versare interamente: non si fa più alcuna distinzione tra canone per la ricezione radiofonica e canone per la ricezione televisiva. La novità è che l’obbligo di pagare il canone non dipenderà più, di principio, dalla disponibilità di apparecchi che consentono la ricezione di programmi radiofonici o televisivi (radio, televisore, smartphone, tablet o computer con accesso a Internet).

Vi sono però possibilità di esenzione: 
Chi beneficia di prestazioni annue complementari all’AVS o all’AI può richiedere l’esenzione dal canone. Anche le economie domestiche che non posseggono apparecchi per fruire dei media elettronici possono chiedere di esserne esentati. Il cosiddetto opting out è una soluzione temporanea limitata a cinque anni .
– Serafe riscuote il canone a carico delle economie domestiche di tipo privato.
– Sulla fattura figurano i nomi di tutte le persone maggiorenni appartenenti all’economia domestica di tipo privato, queste rispondono in modo solidale per l’importo fatturato.
– In questo primo anno di riscossione del nuovo canone, la fatturazione avviene in due tappe, con una fattura parziale e una fattura annuale.
– Ogni economia domestica di tipo privato è attribuita casualmente a uno dei 12 gruppi di fatturazione. Se essa si trova nel primo gruppo, riceverà una fattura annua di 365 franchi già in gennaio. Se si trova nel secondo gruppo, in gennaio riceverà una fattura per il mese di gennaio e in febbraio la fattura annuale. Se invece si trova nel terzo gruppo, in gennaio riceverà una fattura per gennaio e febbraio e in marzo una fattura annuale, e così via.
Chi paga? 
– Ogni economia domestica di tipo privato deve pagare un unico canone. Risponde solidalmente del pagamento del canone ogni persona maggiorenne appartenente all’economia domestica.
– Il canone è da versare interamente: non si fa più la distinzione tra canone per la ricezione radiofonica e canone per la ricezione televisiva. L’obbligo di pagare il canone non dipende più dalla disponibilità di apparecchi atti alla ricezione di programmi radiofonici o televisivi (radio, televisore, smartphone, tablet o computer con accesso a Internet).
– È tenuta a pagare il canone una persona che non ha un domicilio principale in Svizzera e per la quale l’economia domestica costituisce il domicilio secondario.

Chi non paga? 
– Beneficiari di prestazioni complementari (garanzia del minimo vitale per i titolari di una rendita di invalidità/ vecchiaia/superstiti).
– Diplomatici.
– Economie domestiche composte da persone sordo-cieche.
– Opting out.
– Domicilio principale all’estero, senza domicilio secondario in Svizzera.

Dino Nardi

Redazione

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