Il Volo banale di Bruno Vespa

Il Volo banale di Bruno Vespa

Spaghetti, pizza e mandolino: Il Volo banale di Bruno Vespa a New York

Rivoglio il plastico. Qualsiasi. La casetta di Cogne, l’appartamento di Meredith o la villetta di Garlasco. Vanno bene tutti. Perché, nel loro spudorato e aberrante folclore televisivo, hanno un senso. Che non sono riuscita a trovare in quello che ho visto ieri sera su Raiuno: una puntata di Porta a Porta vestita a “Speciale” dedicata a Il Volo.

Il look sportivo e il mood giovane di Bruno Vespa erano già un oscuro presagio. Poi c’erano Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, i tenori vincitori del Festival di Sanremo 2015. Quelli del “Grazie Italia” gridato a squarciagola dopo il trionfo sul palco dell’Ariston. Una tristissima scene da divi consumati, da star di fama mondiale.

E quale miglior piatto dove fare la scarpetta del Made in Italy? Quel volpone del piccolo schermo di Bruno Vespa lo sa bene. Chi meglio di lui.

Così, il trio più uno, sono volati a New York alla ricerca dei nostri emigrati di ieri e di oggi, quelli di prima generazione, passati dalla fame al successo, e i giovani di oggi, che arrivano nella Grande Mela per affermarsi. Scusate, ma la valigia di cartone? Era prevista ma poi è sopraggiunto un inconveniente tecnico?

Secondi che sembravano ore, minuti che sembravano ere sotto una pioggia costante ed incessante di banalità, di speranze e visioni antiche di ricordi ormai sbiaditi. Vespa ed i tre ragazzetti hanno tentato di esportare un’idea che non esiste. Anzi, che esiste, ma in cui nessuno si riconosce, farcita di stereotipi come un tacchino ripieno il giorno del ringraziamento.

Il tutto vittima di una banalizzazione degna di servizio (non più) pubblico.
Quel disgustoso “spaghetti, pizza e mandolino” che in tv, però, funziona. 

Antonio Peragine

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