Donne italiane nel mondo:la nuova rubrica di Radici

Donne italiane nel mondo:la nuova rubrica di Radici

A cura di Daniela Piesco

La figura femminile come protagonista
della letteratura è stata, fin dai tempi di Dante, al centro della scena: «avete idea di quanti libri si scrivono sulle donne in un anno? Avete idea di quanti sono scritti da uomini? Sapete di essere l’animale forse più discusso dell’universo? […] Le donne non scrivono libri sugli uomini»(V. WOOLF, Una stanza tutta per sé, cit., p. 48)sosteneva Virginia Woolf, mentre cercava di capire come mai le donne fossero più interessanti per gli uomini di quanto questi ultimi non lo fossero per le donne.

Piuttosto con Beatrice, Dante ha «creato l’archetipo femminile col quale si confronteranno i poeti delle generazioni future; nel senso che le “protagoniste” che compariranno sulla scena letteraria italiana, rappresenteranno la definizione del paradigma beatriciano stabilito nell’opera dantesca.

La figura femminile era il “motore dell’azione” per il poeta che spinto dall’amore che provava nei suoi confronti, scrive di lei .

In questo senso, nacque La Vita nova, cioè la storia «dell’amore di Dante per Beatrice, prima e dopo la morte di questa, e parallelamente dello sviluppo dello stile poetico di Dante, dalle sue prime prove alla scoperta di un suo stile personale, alla promessa di un ulteriore sviluppo oltre i limiti del dicibile.(SAVERIO BELLOMO, Filologia e critica dantesca, Brescia, La scuola, 2012, pp. 55-56.)

Beatrice, perciò, non rappresenta solamente la donna amata dal poeta, poiché la storia dell’amore per Beatrice si configura come storia della poesia di Dante.

Ancora Virginia Woolf :”Fra cento anni, d’altronde, pensavo giunta sulla soglia di casa, le donne non saranno più il sesso protetto. Logicamente condivideranno tutte le attività e tutti gli sforzi che una volta erano stati loro negati. La balia scaricherà il carbone. La fruttivendola guiderà la macchina. Ogni presupposto basato sui fatti osservati quando
le donne erano il sesso protetto sarà scomparso; […]. Togliete questa protezione, esponete le donne agli stessi sforzi e alle stesse attività, lasciatele diventare soldati, marinari, camionisti e scaricatori di porto, e vi accorgerete che le donne muoiono assai
più giovani e assai più presto degli uomini; cosicché si dirà: “Oggi ho visto una donna”, come si diceva “Oggi ho visto un aereo”. Può accadere qualunque cosa quando la femminilità cesserà di essere un’occupazione protetta, pensavo […].( V. WOOLF, Una stanza tutta per sé, cit., p. 59.)

Se l’inferiorità della donna era assunta come qualcosa di normale all’interno della società occidentale novecentesca,

vi furono donne e uomini che non riuscendo ad accettare e a considerare come ‘naturale’ questa realtà, decisero di intraprendere un lungo percorso che avrebbe portato all’emancipazione femminile, senza rassegnarsi al modo di pensare diffuso nel Novecento e alle regole, ormai consolidate, di una collettività che basava i suoi valori su una visione di dominio maschile.

Non vi fu un evento scatenante che determinò una presa di coscienza sulla “questione femminile” bensì fu un lento processo che iniziò verso la metà del XIX secolo e che, probabilmente, deve ancora concludersi, nonostante alla donna siano stati riconosciuti quei diritti fondamentali che le consentono di essere giuridicamente pari all’uomo.

Non si può generalizzare la mentalità di un determinato momento storico e anche per questo non è facile comprendere appieno gli eventi di un’epoca: non ci si dovrà stupire se
il movimento emancipazionista fu visto come una forma di inutile ribellione a stereotipi che persistevano da molti secoli.

Il lento processo che porta all’emancipazione ha visto molte donne lottare per l’affermazione dei propri diritti e della propria identità

Ma un ruolo fondamentale lo hanno
avuto le scrittrici, poiché nei loro articoli, romanzi e saggi hanno avuto il coraggio di denunciare e combattere realtà scomode e comportamenti sociali inadeguati, affrontando tematiche controverse e taciute fino a quel momento.

Donne italiane nel mondo nasce per far conoscere l’universo femminile attuale
con un lucido sguardo appartenente a un giornale rispettoso del vero come il nostro .

Le donne, che racconteremo saranno quelle autentiche, a volte confuse e dolorosamente rassegnate, a volte invincibili .A volte, in grado di immaginare, progettare e realizzare una vita liberata.

Parafrasando Valentino Zeichen la nostra mira sarà superiore a quella dell’arciere poiché punteremo all’infinito, all’infinito universo femminile.

Attraverso la politica, l’arte, lo sport e la scienza, sono migliaia le donne che ogni giorno tentano di cambiare il mondo. Molte di loro non le conosceremo mai, ma di tante altre conosciamo il nome e il volto .

Scienziate, attiviste, politiche,First lady, artiste,giornaliste e sportive: queste sono le donne italiane del 2021,donne che rappresentano uno stile di vita vincente e che, attraverso le loro storie personali, raccontano diversi modi di raggiungere l’obiettivo con intelligenza, tenacia e professionalità.

Donne italiane nel mondo si propone di disegnare il mondo femminile popolandolo di immagini di regni e regine di persone e attualità e alla fine del percorso scoprirete che quel paziente labirinto di linee tracciato è l’immagine del volto di ogni donna nel quale tutte voi potete riconoscervi.

Nel primo appuntamento vi parleremo del Rome Summit Woman20, l’engagement group del G20 dedicato alla parità di genere, che promuove l’attuazione di politiche dedicate alle donne.

Proprio questo è l’obiettivo dell’evento in programma a Roma dal 13 al 15 luglio, che vedrà la partecipazione delle delegazioni dei venti paesi del G20, di numerose istituzioni e personalità.

Daniela Piesco Vice Direttore Radici

Redazione

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