Pace a Gaza: accordo storico tra Israele e Hamas

Pace a Gaza: accordo storico tra Israele e Hamas
Foto di Jon Tyson su Unsplash

Pace fragile ma possibile: verso il rilascio degli ostaggi e una tregua attesa da anni

Pace è la parola che, dopo mesi di sangue e distruzione, torna finalmente a circolare tra Israele e Hamas. Un’intesa preliminare, mediata da Stati Uniti, Egitto e Qatar, apre la strada al rilascio degli ostaggi e a una tregua che potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase per Gaza. Ma dietro l’entusiasmo, restano le domande di sempre: quanto durerà questa tregua e chi garantirà che non sia solo un’altra illusione diplomatica?

Pace premi per la pace
Foto di Bekky Bekks su Unsplash
Negli ultimi giorni è emersa la possibilità concreta di una svolta nel lungo e drammatico conflitto tra Israele e Hamas. Secondo quanto annunciato dal presidente statunitense Donald Trump, Israele e Hamas hanno raggiunto un’intesa preliminare — la “prima fase” di un piano di pace per Gaza — che prevede, tra gli altri punti, il rilascio degli ostaggi israeliani ancora in vita e un parziale ritiro delle forze israeliane.

Secondo fonti vicine ai negoziati, gli ostaggi ancora vivi — circa 20 persone — dovrebbero essere liberati entro sabato. I corpi degli ostaggi deceduti verrebbero restituiti in una fase successiva, in più tranche.

L’accordo, mediato da Egitto, Qatar e altri attori internazionali, pone le basi per una tregua più ampia e per la consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Ecco i principali termini finora resi noti:

Rilascio ostaggi. Circa 20 ostaggi viventi israeliani dovrebbero essere rilasciati entro sabato. I restanti ostaggi deceduti saranno restituiti in tappe successive.
Ritiro israeliano. Le forze israeliane si ritireranno fino a una “linea concordata”, come parte della prima fase.
Scambio prigionieri. Israele dovrebbe rilasciare prigionieri palestinesi — inclusi sia detenuti condannati a pene gravi arrestati durante il conflitto — in cambio degli ostaggi.
Tregua e aiuti. L’accordo prevede una cessazione delle ostilità (almeno temporanea) e il ripristino dell’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Il Segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha espresso accoglienza all’accordo, invitando le parti a rispettare pienamente i termini e assicurando che la liberazione degli ostaggi sia condotta con dignità.

In Israele, le famiglie degli ostaggi hanno reagito con emozione, speranza e cautela, consapevoli delle insidie che restano nei dettagli dell’accordo.

Tuttavia, permangono molte incognite: la demilitarizzazione di Hamas, il futuro assetto politico e amministrativo di Gaza, la tempistica precisa dei rilasci, il monitoraggio internazionale dell’accordo e la fiducia delle parti coinvolte.

Se il rilascio degli ostaggi previsto per sabato si realizzerà senza intoppi, sarà un momento storico di sollievo per molte famiglie e un segnale potente verso una tregua duratura. Ma una pace reale richiederà ben più di questo: il disarmo, la ricostruzione, la giustizia, il riconoscimento politico sono sfide ancora aperte. (AgenPress)

Se davvero sabato gli ostaggi torneranno a casa e le armi taceranno, sarà un passo che la storia non potrà ignorare.
Ma la pace, quella vera, non si firma con un accordo provvisorio: si costruisce con la fiducia, la memoria e la volontà di non ripetere gli stessi errori. Gaza non ha bisogno solo di tregue, ma di futuro

Letture consigliate:Isitutii Italiani Cultura disegno di una mano con il dito indice che punta in basso per una call to action

7 ottobre 1985 Sequestro Achille Lauro

Storia di Emilia: da vicino Nessuno e’ Abile

La Protesta e’un Rito, la Disobbedienza il suo Rituale

Flotilla Proteste e Caos in Italia

Redazione Radici

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.