Vanno protetti gli operatori di pace
L’episodio del bombardamento che ha coinvolto un pullman con una delegazione italiana di ritorno dall’Ucraina, dopo una missione umanitaria, ha suscitato profondo disappunto e preoccupazione. Questo evento rappresenta un segnale inequivocabile della gravità della situazione attuale, evidenziando come gli attacchi russi non facciano alcuna distinzione tra obiettivi militari e civili, né tra cittadini stranieri e locali
Ucraina/ Onori (Az): proteggere chi lavora per la pace
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ROMA\ aise\ – “Un abbraccio e tutta la mia vicinanza agli amici del MEAN – Movimento Europeo di Azione Non Violenta – che ieri a Leopoli, di rientro da una missione umanitaria, si sono trovati sotto i bombardamenti russi”. È quanto scrive su X Federica Onori, deputata di Azione eletta in Europa e segretaria della Commissione Esteri. C’è una parte d’Europa che continua, anche nel silenzio, a portare aiuto dove la guerra distrugge: volontari e operatori civili che consegnano beni di prima necessità o anche solo un messaggio di ascolto e vicinanza. Di queste persone si parla molto poco, ma rappresentano forse la parte più umana e generosa del nostro continente, quella di cui dobbiamo andare orgogliosi”. “La società civile – evidenzia Onori – deve poter essere parte attiva dei percorsi di pace: chi costruisce relazioni, chi tende la mano, contribuisce concretamente alla sicurezza comune. Le istituzioni italiane ed europee – conclude la parlamentare – hanno il dovere di garantire protezione e riconoscimento a chi lavora sul campo per difendere la dignità umana”. (aise) |
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