Baby influencer: il Parlamento prepara la stretta
Baby influencer verso una legge per fermare lo sfruttamento dei minori sui social
Baby influencer, un fenomeno in crescita vertiginosa e senza regole, finisce finalmente sotto la lente del Parlamento, il nuovo disegno di legge bipartisan punta a fissare a 15 anni l’età minima per aprire un profilo social e a limitare l’uso dei minori come strumenti pubblicitari.
Una misura che il Codacons definisce “necessaria e urgente”, per proteggere i bambini da sfruttamento economico, manipolazione e danni psicologici.
Fenomeno in forte crescita e senza alcun controllo o regolamentoBene per il Codacons la stretta contro il fenomeno dei “baby influencer” al vaglio del Parlamento. Approviamo il ddl bipartisan che mira da un lato a portare a 15 anni l’età minima per aprire un profilo sui social network, dall’altro a limitare il proliferare dei “baby influencer”, ossia i minori che sui social sponsorizzano prodotti a scopo commerciale, ottenendo guadagni in denaro. Un fenomeno in forte crescita in Italia – denuncia il Codacons – e che presenta diversi lati oscuri, come lo sfruttamento economico da parte di genitori e aziende, la manipolazione della volontà dei bambini, violazione della privacy e problemi psicologici legato allo sviluppo dei minori. Un settore fino ad oggi privo di controlli e regole, sul quale da tempo chiediamo a politica, istituzioni e autorità di intervenire per porre limiti e paletti che vadano nell’interesse degli stessi minori – conclude il Codacons. (AGENPRESS) |

Un passo avanti, dunque, verso una maggiore tutela dei minori in rete, ma la vera sfida sarà far rispettare le regole: chi controllerà davvero i contenuti e gli introiti nascosti dietro i profili “familiari”?
Perché, finché un like varrà più dell’infanzia stessa, il rischio è che a pagare il prezzo della notorietà restino sempre i più piccoli.
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