Giochiamo alla guerra

Giochiamo alla guerra
© CHINE NOUVELLE/SIPA / AGF - Soldati russi in divise dell'epoca della Seconda Guerra Mondiale
War games
di Canio Trione
Assistiamo inermi a droni telecomandati combattere con antidroni guidati dall’intelligenza artificiale o qualcosa di simile; poi da missili intelligenti contro antimissili ancora più intelligenti; poi a carri armati senza guida umana che effettuano distruzioni “mirate”, preavvisate e intelligenti pure loro. Macchine contro macchine e macchine vilmente contro uomini. Fiumi di intelligenza finta contro altri fiumi di intelligenza finta; chi ha più soldi potrebbe spuntarla. In mezzo a questa orgia di tecnologia in pieno suicidio capita qualche umano che ci rimette la pelle, ma nessuno se ne dispiace molto; solo qualcuno cerca di ricavarne qualche vantaggio di immagine. È la guerra del terzo millennio come peraltro abbiamo vista più volte sui video game o al cinema nei passati decenni. È il confronto tra sistemi industriali e finanziari in pieno delirio di onnipotenza che distruggono valore per poterlo rifare…fino alla fine dei loro soldi e, se i soldi si creano con un click, fino all’esaurimento delle materie prime non replicabili.
Ma noi in questo come ci poniamo? Quale è il nostro interesse? Peraltro se non disponiamo di tali “intelligenze” così fortemente deviate (se non -paradossalmente- stupide), come ci muoviamo? Che facciamo?
Va detto che i nostri politicanti pensano di vivere in un mondo che non c’è più da tempo nel quale esistevano gli stati sovrani cui si piegavano gli interessi privati e quindi c’era un governo e un suo capo che poteva fare o tentare di fare, quello che riteneva fosse necessario; nel recente passato invece quei politicanti sono stati capaci di avviarsi e avviarci -contro ogni ragionevolezza e contro i nostri interessi- nell’avventura dell’euro dimostrando quanto meno istinti suicidari e quindi potrebbero essere indotti a replicare tale tentativo mettendosi da una parte o dall’altra nelle attuali guerre contro tutte le evidenze che suggeriscono di astenersi. Non è un pericolo trascurabile visto l’appena detto micidiale acume dei nostri politicanti.
Escludendo quindi l’ipotesi non intelligente di parteggiare per l’uno o per l’altro dei contendenti (quanto meno per mancanza di soldi e di giocattoli “intelligenti” atti all’offesa ma anche per mancanza di un interesse specifico) dovremmo e ci converrebbe -né più e né meno- attendere che i forzieri dei contendenti stessi si esauriscano in modo che scendano a più miti consigli.
In linea di massima partecipano alle guerre coloro che pensano di possedere forze economiche e finanziarie proprie e dei propri satelliti, in grado di spuntarla e così allargare la propria sfera di influenza. Petrolieri contro finanzieri, industriali e tecnologi contro depositari di immense materie prime, tutti sono stati pervasi da un contagioso delirio di onnipotenza che dovrà pur sgonfiarsi non prima di aver pagato un enorme prezzo economico ed umano.
Noi, dall’alto del nostro debito, dall’alto della nostra scassata e corrotta burocrazia, dall’alto della nostra proverbiale inefficienza, rendendo grazie agli evasori che tolgono ai nostri potenti mezzi economici necessari a farsi prendere pure loro dallo stesso delirio bellicoso, saremmo in una botte di ferro perchè: a)siamo appetibili tanto quanto una pozione di arsenico; b)nessuno dei nostri politicanti dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) stupidamente ripetere l’azzardo mussoliniano di entrare in guerra (ancorchè apparentemente vinta a quell’epoca); c)non costituiamo un boccone appetitoso come lo sono i pozzi petroliferi e i giacimenti di terre rare che vantano gli altri. Al contrario serve prepararsi ad una pace ancora lontana ma che dovrà pur arrivare in un mondo distrutto dall’uso perverso dei soldi e delle tecnologie. Pace che verrà tra decenni non prima di aver messo in ginocchio qualche apparato economico e qualche forziere finanziario.
L’Europa che deteneva la totalità del potere economico all’inizio del novecento fu capace di azzerare questa sua forza in meno di un lustro; poi Hitler in un decennio è stato capace di radere al suolo l’immensa forza economica, tecnologica e militare messa assieme dalla Germania. Speriamo che in un decennio anche le potenze finanziarie ed economiche odierne si sgonfino (e noi potremmo dare loro una mano in questa impresa titanica) in modo da disinnescare anche per il futuro prevedibile altri rigurgiti di deliri.
Non si tratta di un passaggio semplice, ma è un passaggio necessario che solo noi possiamo fare, forti di una esperienza plurimillenaria di guerre alle volte vinte, alle altre perse, ma sempre nefaste.
Per dirla in breve: solo se non facciamo niente vinceremo!!!!
Canio Trione

Redazione

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