Fringe Festival: ribellione come trasformazione
Fringe Festival: un atto di ribellione che ha trasformato l’arte di strada in un palcoscenico globale
Ed eccomi, anche quest’anno al Fringe Festival, in una Edimburgo calda oltre ogni aspettativa. L’estate quest’anno ci ha regalato 25 gradi, che qui in Scozia corrispondono ai nostri 35, accompagnati da un elevato livello di umidità.
Quindi passeggio sotto questo sole cocente e scatto foto. Venite con me, e sfogliate le foto qui sotto👇
Un po’ di storia
Il Fringe Festival nasce quasi per caso. E il 1947, a Edimburgo va in scena il nuovo International Festival. Otto compagnie teatrali vengono respinte ed escono dal programma. Decidono così di utilizzare le strade, presentando i loro spettacoli ai margini (fringe) della manifestazione ufficiale. E’ un successo inaspettato!
Così, con il passare degli anni, il movimento si allarga e oggi il Fringe di Edimburgo è diventato il più grande festival delle arti performative al mondo. Durante il mese di agosto, la città scozzese si trasforma in un enorme palcoscenico a cielo aperto: strade, pub, chiese sconsacrate, scantinati e persino appartamenti privati diventano luoghi di spettacolo.
Non esiste un comitato che decide chi può partecipare: chiunque può prenotare uno spazio e portare in scena la propria idea. Potremmo dire che il Fringe Festival rappresenta la democratizzazione dell’arte. Non ci sono barriere e c’è completa libertà di espressione.
Un laboratorio di sperimentazione artistica
E’ qui che sono nati e hanno trovato spazio comici, attori e musicisti che in seguito hanno raggiunto fama internazionale. E’ un trampolino di lancio, ma anche un laboratorio dove si sperimenta senza paura di sbagliare, dove il pubblico partecipa attivamente e si diverte.
Ad un certo punto ecco che risuonano dei tamburi…cos’è? tanta gente intorno ad un gruppo di bambini con le loro percussioni. Guarda il video 👇

Video di Alessandra Gentili
Il Fringe Festival oggi
Oggi il Fringe rappresenta più di un semplice festival: è un simbolo di creatività collettiva e inclusiva. La sua forza sta nella diversità e nella possibilità di mescolare artisti emergenti e professionisti affermati. È anche un fenomeno economico e turistico enorme. Ogni anno centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo, visitano Edimburgo per assistere agli spettacoli, e vivere quell’atmosfera unica di una citta gotica che si trasforma in un teatro.
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L’arte e’ di tutti
L’eredità più profonda del Fringe, però, e’ nell’idea che trasmette. L’arte non appartiene a pochi eletti, ma a chiunque abbia una storia da raccontare. In un mondo che pretende regole, il Fringe resta uno spazio libero, caotico e vitale, qualcosa che fiorisce oltre i confini.
Quel gesto del 1947
Così, quello che nel 1947 fu solo un gesto di sfida oggi diventa un movimento globale, imitato in tante città del mondo. Ogni Fringe da’ voce a chi vuole parlare e offrire al pubblico la possibilità di ascoltare, senza filtri. È questa, forse, la sua magia più grande.
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Complimenti Alessandra,
hai saputo trasmettere tutta l’energia del Fringe Festival con uno stile fresco e coinvolgente. Bellissima la parte sulla “ribellione” del 1947 che diventa oggi libertà creativa per tutti. Mi piace molto come hai reso il lettore parte della scena, quasi fosse lì a vivere l’atmosfera di Edimburgo. Forse aggiungere una piccola citazione di un artista o un dettaglio urbano renderebbe il racconto ancora più vivo, ma già così il tuo articolo è un invito alla condivisione e alla scoperta. Grazie per questo viaggio!
Grazie Barbara, prezioso suggeriemento il tuo! Vediamo se riesco a intervistare qualche artista prima della fine 🙂
Vidi anche io anni fa il Fringe Festival e la sensazione di coinvolgimento è totale, anche per chi non parla la lingua inglese.
Ogni angolo di strada è un’occasione di divertimento e riflessione, ci si sente parte di una comunità umana.
Grazie Alessandra per aver fatto luce su un evento davvero unico e consigliabile a chiunque
Grazie a te Silvia, per aver aggiunto la tua testimonianza! 🙂