Nobel per la pace ai bambini di Gaza

Nobel per la pace ai bambini di Gaza

Dalla Puglia, solidarietà, memoria e speranza per una terra martoriata L’iniziativa è promossa dalla Fondazione “L’Isola che non c’è” di Latiano, in provincia di Brindisi, guidata dal giornalista Franco Giuliano, e ha ottenuto l’immediato sostegno della Regione Puglia

Nel silenzio che segue il rumore delle bombe, ogni giorno, la voce dei bambini di Gaza si solleva fragile e indomita, attraversando confini e coscienze. Sono piccoli occhi che imparano troppo presto cosa significhi la paura, il distacco, la perdita. Sono mani che cercano ancora il calore della vita e il diritto a sognare un futuro diverso, lontano dall’incubo della guerra.

La storia ci insegna che i popoli, nel loro incontro, possono scegliere la via dell’accoglienza, della solidarietà, della collaborazione. Eppure, oggi, quella stessa storia sembra ferirsi ancora nella carne e nell’anima di chi nasce sotto un cielo attraversato da bombe. La sofferenza dei bambini di Gaza non è solo il dramma di un’infanzia negata: è il simbolo universale di ogni innocente che paga il prezzo più alto per scelte di cui non è responsabile.

Deve riecheggiare potente l’appello alla pace, alla giustizia e alla dignità che tanti, come il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, hanno voluto rilanciare attraverso la candidatura dei bambini di Gaza al Premio Nobel per la Pace.

Un gesto che riconosce, davanti al mondo, la straordinaria capacità di resistenza, la forza di vivere, la dignità dei più piccoli fra gli oppressi.

Sostenere questa causa significa difendere un principio che trascende i confini: quello dell’umanità che protegge i suoi cuori più indifesi, che non si rassegna all’ingiustizia e alla crudeltà. Significa, soprattutto, scegliere di non voltare lo sguardo verso l’indifferenza, di non restare muti davanti all’ennesima tragedia, bensì fare memoria, testimoniare.

Che la pace, invocata con ogni lacrima e ogni sussurro, possa finalmente posarsi su Gaza e su ogni terra ferita. Che i bambini non siano più vittime, ma orizzonti di luce in un futuro che non abbia più bisogno di essere difeso, ma soltanto vissuto.

Foto di hosny salah da Pixabay

Redazione Radici

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