Il tema dell’Eutanasia: la storia di Libera

Il tema dell’Eutanasia: la storia di Libera

Comunicato stampa a cura di Maria Calenda

Eutanasia argomento complesso e discusso

Quando ci si confronta con un argomento complesso come quello dell’eutanasia, il mondo sembra dividersi in due. Da un lato ci sono coloro che sostengono questa scelta, dall’altro chi vi si oppone fermamente. L’eutanasia è un tema molto dibattuto, poiché solleva controversie in ambito religioso, morale, politico e filosofico.

“Oggi, 18 giugno, una donna toscana di 55 anni, completamente paralizzata, ha ottenuto l’autorizzazione al suicidio assistito. Tuttavia, non è in grado di attuarlo autonomamente a causa delle sue condizioni fisiche. La donna, affetta da sclerosi multipla a decorso primario progressivo, si è rivolta alla Consulta affinché al suo medico di fiducia venga concesso il permesso di somministrarle il farmaco letale, come riportato dai canali di TGCOM.”

Eutanasia e suicidio assistito: le differenze

In Italia l’eutanasia è illegale, come stabilito dagli articoli 579 e 580 del Codice Penale. Il suicidio assistito, infatti, è considerato un reato e definito “omicidio del consenziente”. Tuttavia, è importante distinguere tra eutanasia e suicidio assistito: nel primo caso è un medico a somministrare il farmaco, nel secondo è il paziente stesso ad autosomministrarselo.

Secondo il quotidiano La Nazione,” la donna – che per tutelare la propria identità ha scelto lo pseudonimo “Libera” – ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale di Firenze per ottenere il consenso alla somministrazione del farmaco. Il tribunale ha fissato l’udienza per l’8 luglio e ha nel contempo sollevato una questione di legittimità costituzionale rispetto all’articolo 579, non escludendo la possibile punibilità del medico che dovesse attuare la pratica.”

Eutanasia: tra dilemmi e perplessità

Sono molti i pazienti che, come la donna toscana, hanno avuto il coraggio di percorrere questa strada, vista come unica via per porre fine alla sofferenza. Ma permangono ancora dubbi e perplessità, soprattutto in ambito religioso e giuridico. Molti pazienti si trovano in uno stato psicologico di estrema difficoltà, sentendosi un peso per le famiglie che li assistono, e per questo scelgono di porre fine alla propria vita in modo dignitoso.

Secondo il quotidiano Adnkronos, questo è il primo caso di eutanasia giunto alla Corte Costituzionale. La donna avrebbe tutti i requisiti per accedere al suicidio medicalmente assistito: è completamente paralizzata dal collo in giù, dipende totalmente dai caregiver per ogni attività quotidiana e ha anche difficoltà a deglutire. È dunque impossibilitata ad assumere autonomamente il farmaco letale.

Maria Calenda

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