I retroscena del bodybuilding: dietro il palco con Kristina Lober

Quando parliamo di sport, la prima cosa che ci viene in mente è qualcosa legato alla dinamicità:
correre, ballare, fare canestro dalla linea dei tre punti.
Quasi nessuno penserebbe ad un’attività che non preveda lavoro di squadra, una palla, un campo da gioco. Tuttavia, lo sport significa anche costanza, disciplina, obiettivi – così come campionati, anche a livello internazionale. E a quel punto entra in scena il bodybuilding. Per quanto possa sembrare controverso, allenarsi in palestra e costruire il proprio fisico è considerato una pratica sportiva a tutti gli effetti, considerando che, a parte tutta l’attrezzatura necessaria – come manubri, dischi, macchinari per il sollevamento pesi – ci sono anche molte federazioni sportive a tutelarla e regolamentarla – come IFBB o NPC.
Sebbene “costruire il corpo” possa sembrare tutto rosa e fiori, dietro le quinte si nasconde un’altra storia: la preparazione per la gara, i costi dell’alimentazione, il costume e tutta l’integrazione nutrizionale, sono solo una piccola parte delle spese sostenute dagli atleti. In realtà, il vero fardello risiede in qualcosa che non ci aspetterebbe mai: le conseguenze psico-fisiche.
Una delle partecipanti, Kristina Lober – salita sul palco non una, ma ben due volte – ci ha raccontato la sua esperienza personale. Vincitrice di due medaglie d’oro, il suo percorso iniziò all’età di 15 anni con l’unico scopo di rimettersi in forma. Non avrebbe mai creduto che il bodybuilding sarebbe diventata la sua passione e l’avrebbe portata poi a coronare il suo sogno di salire sul palco e vincere la gara.
Quindi, seguendo le orme delle iconiche “Russian Bikini”, per sei lunghi mesi si è dedicata alla sua ambizione più grande – fatta di diete rigide, grande perseveranza ed un forte senso di disciplina – realizzando così il suo obiettivo e vincendo il titolo di Junior Bikini nel concorso internazionale WABBA (World Amateur Body Building Association).
Tuttavia, nessuno l’aveva realmente preparata a tutti gli effetti psicologici a cui sarebbe andata incontro: – – –
Livello di disciplina estremo: controllare ogni caloria consumata richiede qualcosa che va al di là della sola motivazione. Quest’ultima va e viene, mentre la disciplina è ciò che resta sempre intatta – si agisce comunque, anche quando non si ha voglia. Si tratta di una grande responsabilità che comprende anche la costanza durante gli allenamenti estenuanti – sovraccarichi, cardio, sessioni a cedimento.
Cambiamento improvviso dell’aspetto fisico: tono della pelle sbiadito, volto privo di vitalità, sembianze quasi scheletriche. Inoltre, una delle cose più sottovalutate sono i problemi ormonali che ne possono derivare – come l’amenorrea dovuta a una bassa percentuale di grasso corporeo che, per le donne, è fondamentale per preservare l’equilibrio ormonale.
Tendenza all’eccesso: in generale, il livello di magrezza ricercato non è salutare. Spingersi troppo oltre – anche dopo la gara – potrebbe facilmente compromettere il proprio benessere olistico, indebolendo la femminilità e offuscando la propria vivacità interiore – comune anche negli uomini.
“Onestamente, non lo consiglierei – rivela Kristina in un tono che trasmette una forte convinzione – non incoraggerei le ragazze a farlo…Non è il mondo dei sogni che immaginano. Ci sono molti aspetti negativi e davvero poco da valorizzare.
Ero così ignorante a riguardo, perché non ci sono informazioni su tutti gli aspetti di questo sport, dato che nessuno fa emergere la verità. La gente ci mette solo una bella copertina sopra e tutti pensano che sia un percorso fantastico”.
Alla luce di quanto emerso, la disinformazione gioca un ruolo cruciale, in quanto le persone – soprattutto le nuove generazioni- non sono adeguatamente consapevoli di ciò che si nasconde dietro il “fisico perfetto”. Kristina Lober è l’esempio di donna forte, che ha superato le sfide ed ha ritrovato la sua tranquillità, concentrandosi sull’equilibrio piuttosto che sugli eccessi, non
condannando la realtà di questo sport, bensì riconoscendo e ammettendo alcune delle dure verità celate dietro ad una sorta di idealizzazione creata dalla società contemporanea.
Tutt’oggi, infatti, la giovane atleta continua il suo cammino nella sfera del fitness, ma con una consapevolezza ed una mentalità totalmente differenti.
Ormai coach e mentore nella trasformazione fisica, la ventiquattrenne gestisce la sua crescita corporea seguendo delle regole
che si fondano sull’equilibrio e sul benessere, condividendo il suo credo attraverso i social e aiutando molte giovani ragazze a raggiungere i loro obiettivi senza sacrificare la loro salute.
Il bodybuilding può essere un’esperienza sana e straordinaria – così come salire sul palcoscenico e brillare – purché si mantenga sempre una piena consapevolezza di ciò a cui si fa incontro, restando con i piedi ben saldi a terra.
Barbara Lorusso