Paolo Ascierto, il Professore che cura il melanoma e umilia i cliché

Paolo Ascierto, il Professore che cura il melanoma e umilia i cliché

In un’Italia che ogni giorno inciampa tra scandali, raccomandati e reality, c’è ancora chi si guadagna la vetta mondiale non con urla o selfie, ma con competenza e ricerca.
Il Professore Paolo Ascierto, oncologo dell’Istituto Pascale di Napoli, è stato appena incoronato numero uno al mondo nella lotta al melanoma da Expertscape.com, un sito americano che classifica gli esperti mondiali in base a pubblicazioni scientifiche verificate, non a followers.

Avete letto bene: primo al mondo, su oltre 65.000 specialisti.
Altro che “cervello in fuga”: qui abbiamo un cervello che è rimasto, ha resistito, ha costruito, ha curato.

E ha vinto.
Mentre la politica litiga sui tagli alla sanità e c’è chi crede ancora che “al Sud non si fa ricerca”, il Pascale si piazza sul podio internazionale.
E Napoli, troppo spesso usata come scenografia per Gomorra, oggi diventa la capitale mondiale dell’immunoterapia oncologica.

Ascierto dirige l’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative: un nome chilometrico per un reparto che accorcia la distanza tra diagnosi e speranza.
E no, non è finzione da fiction Rai: parliamo di oltre 400 pubblicazioni, trial clinici internazionali, protocolli innovativi che hanno salvato vite.

Ma naturalmente, di questo non ne parlerà “Chi”.
Non se ne occuperanno i talk show che preferiscono opinionisti improvvisati con la terza media e un cellulare in mano.

Troppo complicato spiegare l’immunoterapia in prima serata: meglio parlare dei battibecchi tra ex gieffini.
Eppure, mentre qualcuno si accapiglia per 10 minuti di visibilità, Ascierto lavora da decenni sotto silenzio, tra cartelle cliniche e microscopi, portando Napoli al centro della mappa mondiale della ricerca.

Che dire? Non è solo un premio.
È uno schiaffo gentile (ma sonoro) a chi continua a guardare al Sud come a un problema.
È la dimostrazione che l’eccellenza esiste anche dove nessuno se l’aspetta, tra pareti scrostate di ospedali pubblici e budget sempre più risicati.
E no, non è un miracolo: è scienza.
Che funziona anche a Napoli, se la si lascia lavorare.

Ci indigniamo (giustamente) per ogni malasanità. Ma siamo capaci di indignarci anche quando l’eccellenza viene ignorata? Oppure continueremo a celebrare solo chi urla, dimenticandoci di chi, in silenzio, ci salva la pelle?

Vera Tagliente

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