Santa Francesca Cabrini, la patrona degli emigrati dimenticata da chi resta

Santa Francesca Cabrini, la patrona degli emigrati dimenticata da chi resta

Nel calendario cattolico c’è una data che passa sotto silenzio, ignorata dai notiziari e dimenticata perfino da molti italiani all’estero: il 13 novembre, giorno in cui si celebra Santa Francesca Saverio Cabrini, la prima cittadina americana canonizzata e, soprattutto, la santa patrona degli emigranti.

Una santa con la valigia in mano e il coraggio nel cuore.
Altro che miracoli dall’alto: Francesca Cabrini ha affrontato navi sovraffollate, epidemie, baraccopoli e discriminazione con un’unica missione – tendere la mano a quegli italiani che, nel sogno americano, rischiavano ogni giorno di affogare nella miseria.
Lo ha fatto con una determinazione che oggi farebbe tremare qualsiasi ministro con l’elmetto mediatico e la retorica vuota sull’identità nazionale.

Francesca non si è limitata a pregare: ha fondato ospedali, scuole, orfanotrofi, ha dato voce e dignità agli invisibili.
Non si è mai piegata al potere, non ha mai cercato titoli né riconoscimenti.
Eppure, oggi, il suo nome sopravvive più nei libri di storia ecclesiastica che nei dibattiti sull’emigrazione moderna.

Perché sì, l’emigrazione esiste ancora, anche se molti faticano ad ammetterlo.
Non si parte più con la valigia di cartone, ma con una laurea in mano e le tasche vuote.
Non si affronta più l’oceano, ma la burocrazia dei visti e la precarietà permanente.
E nonostante tutto, lo Stato italiano continua a celebrare sé stesso mentre dimentica chi è costretto a cercare altrove un futuro.

Oggi servirebbe una nuova Cabrini.
Ma dove trovarla?
Tra le ong criminalizzate?
Tra i volontari ignorati?
Tra i consolati che chiudono e le ambasciate che rimandano le email con sei mesi di ritardo?

Santa Francesca Cabrini non è solo un’icona religiosa: è il simbolo di una solidarietà attiva, concreta, senza retorica.
Un esempio di ciò che dovrebbe essere la politica dell’emigrazione: non un tabù da nascondere, ma una realtà da proteggere.

E mentre celebriamo ogni ricorrenza possibile con fanfare e post istituzionali, perché il 13 novembre continua a passare inosservato?
Forse perché la Cabrini ci ricorda tutto ciò che oggi ci manca: empatia, azione, coerenza.

E tu, conoscevi Santa Cabrini prima di leggere questo articolo?
O anche tu sei emigrato senza santi in paradiso? Raccontami la tua storia.

Vera Tagliente

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