L’esercito delle “pelle e ossa” è tornato: benvenuti nell’anno del revival tossico

C’eravamo tanto illusi.
Dopo anni passati a celebrare la body positivity, i corpi veri, le curve, le smagliature su Instagram e le sfilate “inclusivi per finta”, pensavamo davvero che certi standard fossero finiti nel dimenticatoio.
E invece no.
Puntuale come un commento di Selvaggia Lucarelli sotto un post sbagliato, la magrezza scheletrica è tornata.
E stavolta lo fa con il sorriso tirato e le spalle d’osso in mostra.
Le nuove testimonial? Le solite.
Demi Moore si è presentata ai SAG Awards 2025 con una silhouette talmente asciutta che le ossa sembravano parte del look.
Victoria Beckham, quella che qualche stagione fa inneggiava alle curve come se fossero la nuova frontiera del fashion, oggi sfoggia una magrezza che farebbe impallidire un manichino. E Ariana Grande? Costretta a giustificarsi via social, perché i fan erano più preoccupati per la sua taglia che per il suo prossimo singolo.
Il paradosso? Tutti negano.
Nessuno ammette l’evidenza. I red carpet sono pieni di “sono solo più tonica“, “faccio pilates“, “bevo molta acqua“.
Traduzione: Ozempic a colazione e sensi di colpa a pranzo.
Intanto le riviste si affannano a scrivere articoli pseudo-inclusivi, mentre mettono in copertina corpi impossibili con la stessa leggerezza con cui sfornano tutorial di “contouring per sembrare più magra”.
Il ritorno della “skinny chic” è una scelta? No, è un messaggio.
Le passerelle parlano chiaro: quasi il 95% dei look Primavera/Estate 2025 sono tagliati su fisici esili.
Le taglie forti? Una comparsa simbolica, giusto per mettere la spunta all’inclusività.
Come dire: “Non offendetevi, ma fatevi da parte, grazie”.
E mentre la moda riprende a dettare legge, i social si trasformano in tribunali.
Le ragazze scrollano tra TikTok e Instagram cercando di capire se quel corpo lì, quello con le costole in evidenza, sia davvero ciò che devono desiderare.
Spoiler: no. Ma quando lo vedi ovunque, diventa più difficile crederci.
Body positivity? Affossata dai likes.
Inutile fingere che il messaggio “amatevi così come siete” basti.
Perché se la bellezza mediatica torna ad avere una sola forma – secca, levigata, affamata – non stiamo parlando di estetica.
Stiamo parlando di controllo. Di modelli irraggiungibili. Di industrie che fanno soldi sull’insicurezza. Di un sistema che non cambia mai, ma si limita a cambiare trucco.
Conclusione? Non è un trend. È una trappola.
La magrezza eccessiva spacciata per glamour è solo l’ennesimo travestimento di un’idea malata di perfezione. Ma stavolta, non possiamo più far finta di niente. La domanda non è “chi l’ha riportata in auge”, ma: quanto siamo disposti a sopportare prima di chiamarla per quello che è? Una moda che fa male.
E voi, che ne pensate? La “skinny obsession” è davvero tornata… o non se n’è mai andata?