Napoli campione. Io? Napoletana, sì. Tifosa, no.

Napoli campione. Io? Napoletana, sì. Tifosa, no.

La mia città è pronta a esplodere.
Il Napoli è a un passo dallo scudetto e ovunque è un tripudio di bandiere, clacson, cori.
Un’intera città che si veste d’azzurro per sentirsi, almeno per un giorno, vincente.

Io ci sono nata a Napoli. La amo, la rispetto, la porto nel sangue. Ma non tifo.
Né per il Napoli, né per nessun’altra squadra.
E no, non mi sento meno napoletana per questo.

Perché il calcio oggi è cambiato.
È diventato uno show, un business, un gigantesco reality a cielo aperto dove i protagonisti sono miliardari in pantaloncini corti…. e i tifosi?
Consumatori fedelissimi.
Il campanilismo genuino, quello che una volta ti faceva battere il cuore per la squadra del tuo quartiere, è stato svenduto a colpi di sponsor, plusvalenze e dirette streaming.

E allora sì, sono contenta per Napoli.
Ma non perché potrebbe vincere una squadra di calcio.
Sono contenta perché la mia città, spesso ridicolizzata o dimenticata, oggi è di nuovo sotto i riflettori.
La vittoria vera, però, sarà quando festeggeremo per una città senza camorra, senza cumuli di spazzatura sotto casa, con una sanità che funziona e giovani che restano invece di scappare via in cerca di dignità.

E voi?
Tifate o riflettete?
Si può amare la propria città anche senza cadere nel tifo da stadio?
O il calcio è l’unico anestetico rimasto per non guardare in faccia i problemi reali?

Vera Tagliente

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