Letture scientifiche popolari

Il libro di oggi ci porta a conoscere un fisico divulgatore al pari di quelli che oggi parlano di fisica sui social per illustrare la scienza al popolo di analfabeti
Ernst Mach (1838–1916) fu un fisico e filosofo austriaco, nato a Chrlice (oggi parte di Brno, Moravia) e morto a Haar, in Germania. Ricevette un’istruzione domestica dal padre fino a 14 anni, poi studiò all’Università di Vienna, dove si laureò in fisica nel 1860. I suoi primi lavori riguardarono l’effetto Doppler in ottica e acustica.
Ricoprì incarichi accademici a Graz, Praga e infine a Vienna, dove fu professore di filosofia. Dopo un ictus nel 1897, lasciò la ricerca attiva ma continuò a scrivere e insegnare fino alla morte.
Mach fu un convinto positivista e sostenitore di un approccio sperimentale alla scienza, contrario all’uso di concetti astratti e non verificabili. Promosse una sorta di “economia dei concetti”, secondo cui la scienza deve ridurre all’essenziale solo ciò che può essere esperito.
Nel campo della fisica sperimentale studiò fenomeni legati alla luce (interferenza, rifrazione, ecc.) e ai moti supersonici, descrivendo per primo il cono di Mach. Il numero di Mach, usato per descrivere la velocità di oggetti in un fluido rispetto alla velocità del suono, porta il suo nome.
Diede contributi fondamentali anche alla cosmologia e alla relatività generale, influenzando Einstein, che battezzò in suo onore il principio di Mach: l’inerzia di un corpo dipenderebbe dall’interazione con tutta la massa dell’universo.
Fu tra i primi a studiare sperimentalmente la percezione umana, ideando la famosa illusione ottica delle bande di Mach. Nella sua filosofia, centrata sulla percezione sensoriale, sostenne che la realtà è costituita da sensazioni, da cui derivano sia i corpi esterni sia le leggi fisiche, concepite come schemi di organizzazione dei dati empirici (simili a un moderno algoritmo di compressione).
Mach rifiutò ogni metafisica, criticando concetti come lo spazio assoluto di Newton, e fu un precursore del neopositivismo logico e dell’empiriocriticismo, influenzando il Circolo di Vienna, oltre a scrittori e filosofi come Hermann Bahr e Robert Musil.
La raccolta di testi di Ernst Mach, pubblicata per la prima volta nel 1895, comprende tredici lezioni di divulgazione scientifica rivolte soprattutto alle classi lavoratrici, tenute all’Università di Vienna. Nella prefazione, Mach presenta l’opera come un insieme di scritti dal modesto valore istruttivo, ma in grado di trasmettere il fascino romantico e poetico della scienza.
Le lezioni trattano una varietà di temi scientifici, come la forma dei liquidi (con esperimenti di Plateau) e la legge della vibrazione simultanea (che spiega perché certi oggetti risuonano quando si suona una nota precisa).
Mach non si limita alla semplice spiegazione dei fenomeni, ma ripercorre anche la storia delle teorie scientifiche (es. sull’armonia musicale o sulla velocità della luce) e affronta questioni epistemologiche, come il suo principio di economia, secondo cui la scienza mira a descrivere i fenomeni naturali nel modo più astratto ed essenziale possibile.
L’opera è arricchita da grafici, illustrazioni e riferimenti letterari, mostrando l’interesse dell’autore anche per le discipline umanistiche. L’ultima lezione si concentra proprio su un tema umanistico, a conferma dell’approccio ampio e interdisciplinare dell’autore.
Nella prefazione all’edizione tedesca delle sue Letture scientifiche popolari, Ernst Mach spiega che l’opera nasce dall’edizione americana pubblicata a Chicago nel 1895 e curata dalla Open Court Publishing Company, nella traduzione di Mac Cormack. In seguito, su suggerimento degli editori, l’opera fu ampliata e ripubblicata in tedesco con l’aggiunta di nuovi capitoli.
Mach evidenzia che alcuni testi risalgono a oltre trent’anni prima e riflettono inevitabilmente diversità di stile, tono e obiettivi. Il capitolo 8, ad esempio, deriva da un suo saggio del 1872 sulla conservazione dell’energia, riscritto per la rivista The Monist su invito del Dr. Paul Carus. L’ultimo scritto invece introduce per la prima volta il suo criterio fondamentale nelle questioni fisiche, pur riconoscendolo troppo complesso per un pubblico popolare.
Mach ribadisce che le sue lezioni hanno un modesto valore istruttivo, pensato per lettori con conoscenze limitate e poco tempo, e che l’obiettivo è rendere percepibile il lato romantico e poetico della scienza, mostrando come da un singolo fenomeno si possa illuminare un’intera rete di fatti.
Infine, egli sottolinea l’importanza di mostrare l’analogia tra il pensiero scientifico e il ragionamento comune, per avvicinare il pubblico alla scienza e far capire che l’attività dello studioso è parte del più ampio processo evolutivo dell’umanità. Mach accenna anche a discussioni sull’energetica, come quelle avvenute al Congresso dei Naturalisti di Lubecca, ma afferma che esse non lo hanno spinto a cambiare le sue convinzioni.
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