Il Cinema italiano è vivo… peccato che nessuno se ne accorga

Mentre a Cannes sfilano star internazionali e il cinema si celebra come arte e industria, in Italia si consuma l’ennesima tragicommedia: film finanziati con milioni di euro pubblici che incassano meno di un matrimonio di provincia. E no, non è satira. È la realtà.
Benvenuti nel magico mondo del Cinema a perdere, dove lo Stato apre il portafogli e il pubblico chiude gli occhi.
Letteralmente: alcuni titoli non li guarda nessuno, ma proprio nessuno. Alcuni film arrivano in sala e ne escono dopo tre giorni, invisibili come un ghosting su WhatsApp.
Prendiamo PAP Music – Animation for Fashion. Un titolo che già suona come uno sketch involontario.
Quasi 1,8 milioni di euro pubblici buttati per incassare 10mila euro.
Non ti basta? Tranquillo, ci fanno pure il sequel. Perché la vera trama qui è il finanziamento, mica la sceneggiatura.
E che dire di Uomo di fumo? 128 spettatori in tutto. Manco il cast e i parenti stretti. Ma i soldi pubblici sono arrivati lo stesso.
Forse erano destinati al fumo, non all’uomo.
Poi c’è la perla assoluta: C’è ancora domani di Paola Cortellesi.
Snobbato dal sistema perché “non aveva valore culturale sufficiente”, ha fatto saltare il banco con oltre 33 milioni di euro di incasso.
Lo Stato? Non pervenuto.
Forse si era distratto, intento a finanziare l’ennesimo film esistenzialista sul silenzio interiore di un carciofo in una periferia post-industriale.
Ma dove stanno i soldi? E perché si finanziano film che non guarda nessuno?
La risposta è sempre la stessa: commissioni opache, criteri finti meritocratici, amicizie giuste e tanti saluti allo spettatore.
Chi controlla? Nessuno.
Chi paga? Tu. Io. Noi.
Il sistema del tax credit era nato per sostenere la cultura, ma ormai sembra solo sostenere un certo tipo di cinema autoreferenziale che parla solo a sé stesso.
Film che magari vanno a due festival e si autocelebrano con la stessa arroganza di chi si premia da solo davanti allo specchio.
Il punto non è odiare il cinema d’autore – che ha tutto il diritto di esistere – ma smettere di finanziarlo a pioggia come se ogni pellicola fosse un capolavoro incompreso.
No, se il pubblico non lo guarda, forse è semplicemente brutto. O inutile. O tutte e due.
In un Paese in cui mancano fondi per le scuole, la sanità e la cultura vera – quella che arriva alla gente – continuare a finanziare flop annunciati è criminale. Non artistico. Criminale.
E adesso parliamone:
Perché secondo te si continua a foraggiare film che non guarda nessuno? Disinteresse, incompetenza o convenienza?