EUROVISION 2025: l’esibizione di Israele tra applausi registrati, silenzi e varità scomode

EUROVISION 2025: l’esibizione di Israele tra applausi registrati, silenzi e varità scomode

L’Eurovision Song Contest 2025 ci ha regalato l’ennesimo spettacolo lucido e patinato, ma dietro le quinte della seconda semifinale è andato in scena qualcosa di ben più profondo di una gara canora: il conflitto tra estetica e realtà, tra propaganda e coscienza.

Protagonista involontaria della serata, l’artista israeliana Yuval Raphael. Superstite dell’attentato del 7 ottobre 2023 al Nova Festival – elemento che è stato ribadito con enfasi dai conduttori – è salita sul palco per cantare “New Day Will Rise”, in un clima che di nuovo e luminoso aveva ben poco.

Il pubblico presente alla Malmö Arena non ha taciuto: fischi, proteste e bandiere pro-Palestina hanno interrotto l’esibizione. Ma chi ha seguito la diretta da casa, probabilmente si sarà chiesto dove fossero questi famigerati dissensi: perché la regia dell’evento ha optato per un più accomodante sottofondo di applausi registrati. Sì, proprio come negli show anni ’90 dove si rideva a comando. Un montaggio sonoro degno del miglior spin doctor, che trasforma la realtà in fiction con un clic.

Eppure, non tutti i microfoni sono rimasti in silenzio. La Spagna ha spiazzato tutti. I cronisti della RTVE, Julia Varela e Tony Aguilar, dopo la presentazione della cantante, hanno letto un comunicato che è risuonato come una scossa nel copione ovattato dell’evento:

“Quest’anno la RTVE ha chiesto di mettere in discussione la partecipazione al concorso di Israele. I numeri delle vittime degli attacchi israeliani a Gaza ha già superato le 50.000 persone, fra cui più di 15.000 bambini, secondo i dati ONU. Questa non è una petizione contro alcun Paese. È una chiamata alla pace, alla giustizia e al rispetto per i diritti umani, in linea con lo spirito di inclusione che contraddistingue Eurovision.”

Una dichiarazione tanto semplice quanto esplosiva, letta con toni pacati ma che ha fatto più rumore dei decibel del palco.

In Italia, invece, si è scelto un altro tipo di dissenso: il silenzio. BigMama, voce della Rai per questa edizione, ha preferito tacere. Nessuna introduzione. Nessun commento. Nessuna parola dopo l’esibizione. Solo un buco audio che ha fatto rumore come una cannonata in diretta. E poi, improvvisamente, la sua voce è tornata col concorrente successivo, come se nulla fosse. Ma quel silenzio era tutt’altro che vuoto. Era un atto di comunicazione, più potente di qualsiasi slogan.

Così, tra una standing ovation confezionata e qualche regia complice, l’Eurovision 2025 ci ha mostrato quanto la musica possa essere anche uno specchio del mondo che non vogliamo guardare. E quanto, a volte, servano voci fuori copione – o il coraggio di un silenzio – per farci aprire gli occhi.

E voi, da che parte stavate quando gli applausi erano finti e il silenzio era vero?

Vera Tagliente

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.