L’INVISIBILE: La Mafia diventa Fiction – e il pubblico applaude

L’INVISIBILE: La Mafia diventa Fiction – e il pubblico applaude

Che Matteo Messina Denaro sarebbe finito in una serie TV era scritto nel destino spettacolarizzato dell’Italia. Mancava solo il titolo – L’invisibile, naturalmente – e un cast che mescolasse fiction, pop e un pizzico di marketing ben studiato. Ed eccolo servito: Lino Guanciale, Leo Gassmann, Levante. Ovvero: l’attore di punta delle fiction Rai, il figlio d’arte prestato al piccolo schermo, e la cantautrice che fa indie ma ora fa anche mafia-story.

Il regista è Michele Soavi, nome rispettato del cinema italiano, uno che sa come mettere in scena il buio. Ma la vera domanda è: che storia ci stanno per raccontare?

La serie, prodotta da Indiana Production e Rai Fiction, ricostruisce la trentennale latitanza del boss di Cosa Nostra fino alla sua cattura nel 2023. Peccato che, nel tentativo di umanizzare il male o di trasformarlo in una caccia all’uomo epica, si rischia sempre lo stesso scivolone: romanticizzare il mostro. Edulcorare la mafia con la patina da prime time.

Lino Guanciale interpreterà, con ogni probabilità, un investigatore o un magistrato: faccia pulita, sguardo tormentato. Leo Gassmann, invece, sembra piazzato lì più per dare appeal alla generazione Z che per reali meriti attoriali (ma chissà, magari ci sorprenderà). Levante, alla sua prima prova da attrice, è l’incognita più interessante: sarà la complice? La sorella del boss? O solo una comparsa musicale con qualche frase sibillina?

Intanto la macchina promozionale si è già messa in moto: “una serie per non dimenticare”, dicono. Eppure, ogni volta che la mafia entra nel palinsesto, il confine tra denuncia e intrattenimento si fa sottile come una ragnatela.

Quello che resta da capire è: vogliamo davvero ricordare, o preferiamo far finta di affrontare i mostri, mentre li impacchettiamo in sei episodi da binge-watching?

E tu, spettatore: accetterai di guardare l’orrore comodamente dal divano o ti chiederai se stai applaudendo troppo presto?

Vera Tagliente

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