MedStrike25: nel Mar Ionio l’addestramento delle Marine italiana e britannica

MedStrike25: nel Mar Ionio l’addestramento delle Marine italiana e britannica

ROMA\ aise\ – Si è concluso ieri, 11 maggio, la Mediterranean Strike 25, esercitazione internazionale avanzata che questa settimana ha coinvolto i gruppi portaerei (CSG) della Marina Militare e della Royal Navy con il supporto della NATO e di 7 marine dei Paesi alleati, al largo dello Ionio tra la Puglia e la Sicilia.

La portaerei Cavour con il Carrier AirWing imbarcato (8 F-35B, di cui 6 della Marina Militare e 2 dell’Aeronautica Militare, e 5 AV-8B), le fregate multiruolo e antisommergibile Alpino, Bergamini e Carabiniere, il cacciatorpediniere lanciamissili Mimbelli, il pattugliatore d’altura Borsini, l’unità di supporto logistico Vulcano, che insieme formano il Carrier Strike Group italiano integrato dalla fregata portoghese Bartolomeu Dias, sono state impegnate nell’attività addestrativa con il CSG britannico guidato dalla portaerei Prince of Wales, il cacciatorpediniere HMS Dauntless, la fregata HMS Richmond, coadiuvate dalle statunitensi USS Truxtun e USS The Sullivans, dalle norvegesi HNOMS Amudsen e HNOMS Maud, dalla canadese HMCS Ville de Quebec e la spagnola Mendez Nunez.

All’esercitazione hanno partecipato, come supporto, anche gli assetti dello Standing NATO Maritime Group Two (SNMG-2) attualmente sotto il comando turco. In totale la Med Strike 25 ha coinvolto 21 navi, due sommergibili, 41 jet (26 di quinta generazione), 19 elicotteri, 10 aerei da pattugliamento e più di 8.000 persone.

“La partecipazione congiunta del Carrier Strike Group italiano e di quello britannico all’esercitazione Mediterranean Strike 25 conferma il valore strategico della cooperazione tra Marine alleate”, ha sottolineato il Comandante in Capo della Squadra Navale e della Forza Marittima Europea, ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis.

“Si tratta di un’occasione concreta per rafforzare la sinergia tra le Forze Navali, affinare le capacità operative dei gruppi portaerei e consolidare l’interoperabilità in scenari complessi e ad alto realismo, fondamentali per affrontare le sfide alla sicurezza marittima.

Operare fianco a fianco significa condividere esperienze, strumenti e procedure, proiettando in mare una forza credibile, integrata e pronta a intervenire rapidamente ed efficacemente ovunque si verifichi una crisi.

È anche attraverso attività come questa che le nostre Marine contribuiscono concretamente alla salvaguardia della libertà di navigazione per assicurare la stabilità internazionale, difendendo gli interessi comuni da minacce provenienti da ogni dominio – terrestre, marittimo o aereo – grazie a tecnologie all’avanguardia, addestramento avanzato e valorizzazione del fattore umano”.

L’esercitazione ha previsto attività di addestramento ad alta intensità progettate attraverso un approccio multidimensionale, per mantenere l’interoperabilità e l’integrazione tra le forze partecipanti a standard elevati.

Durante la fase LIVEX, l’attenzione si è concentrata, in particolare, sul contrasto alle minacce convenzionali e asimmetriche.

“L’interazione tra i due CSG – ha aggiunto il contrammiraglio Giancarlo Ciappina, comandante del Carrier Strike Group italiano – da una parte costituisce un passo in avanti a quanto realizzato con il raggiungimento, durante la campagna in Indo-Pacifico, della Capacità Operativa iniziale (IOC) ad operare coni velivoli di 5^ generazione, dall’altra consentirà di perfezionare e rafforzare le tecniche di contrasto a qualunque tipo di minaccia.

In un siffatto scenario accresceremo l’interoperabilità e la prontezza operativa in contesti di sicurezza marittima sempre più dinamici. Nello specifico ci addestriamo a mantenere il ‘Multi national CSG’, a guida italiana e britannica e con il supporto della NATO e dei partner, ad un alto livello di prontezza e interoperabilità: a essere pronti a reagire rapidamente e con decisione in qualsiasi evenienza, garantendo la massima prontezza operativa”.

Il Carrier Strike Group (CSG) rappresenta uno dei tre pilastri fondamentali delle capacità militari avanzate della Marina Militare. Al centro vi è l’unità portaerei, con mezzi aerei imbarcati in grado di difendere la flotta, controllare il mare e, quando necessario, esercitare influenza diplomatica o proiettare potenza dal mare. (aise) 

Redazione Radici

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