Ippazia d’Alessandria

L’autore di oggi Adolfo Faggi (Firenze, 1868 – Castrezzato, 1953) fu un filosofo italiano influenzato dal neocriticismo, dalla filosofia tedesca e dalla psicologia moderna. Studiò a Firenze sotto Felice Tocco, approfondendo Kant, Giordano Bruno e il neoplatonismo.
La sua tesi, dedicata a Eduard von Hartmann, fu pubblicata nel 1890 e segnò l’inizio di un interesse duraturo per il pensiero pessimista e l’inconscio.
Vinse la cattedra di filosofia teoretica a Palermo nel 1893, insegnando anche pedagogia e letteratura comparata. Passò poi all’Università di Pavia e infine a Torino, dove fu docente di storia della filosofia e legislazione scolastica.
Faggi univa filosofia e letteratura, con studi su Sully Prudhomme, Shakespeare, Manzoni e Dostoevskij, e mantenne sempre una visione critica verso il materialismo e l’idealismo assoluto. Fu vicino a Lange, e sostenne una filosofia che tenesse conto della scienza senza cadere nel riduzionismo.
Scrisse opere su psicologia, estetica e storia della filosofia, ma dagli anni ’20 la sua produzione si ridusse a brevi articoli, anche per problemi di salute. Si ritirò nel 1938 e morì nel 1953.
Il libro di oggi è una biografia su Ipazia (355 – marzo 415 d.C.) è stata una celebre matematica, astronoma e filosofa dell’antichità, vissuta ad Alessandria d’Egitto. Figlia del matematico Teone, fu a capo della scuola neoplatonica alessandrina e insegnò matematica, astronomia e filosofia. È la prima donna matematica della storia con una biografia ben documentata.
Era nota per la sua intelligenza, tolleranza e autorevolezza come insegnante, tanto da attirare discepoli cristiani, come Sinesio di Cirene. Le sono attribuiti commentari a opere di Diofanto, Apollonio di Perga e forse Tolomeo. Fu anche abile costruttrice di strumenti scientifici come astrolabi e idrometri.
Pur non essendo cristiana, ebbe rapporti civili con cristiani, ma la sua influenza politica – in particolare come consigliera del prefetto Oreste, in contrasto con il vescovo Cirillo – le fu fatale. Accusata di stregoneria e fomentatrice di conflitti, fu barbaramente assassinata da una folla cristiana nel 415. Il suo omicidio è stato visto come un simbolo dell’intolleranza religiosa e della repressione del libero pensiero.
Recenti studi evidenziano come l’opposizione di Cirillo fosse anche ideologica: Ipazia insegnava il neoplatonismo ispirandosi a Porfirio, un autore critico verso il cristianesimo. Questo ne aumentò l’ostilità nei suoi confronti.
Le fonti antiche la descrivono come superiore al padre nelle scienze. Nonostante nessuna sua opera sia sopravvissuta integralmente, è ricordata per il suo ruolo centrale nella trasmissione e sviluppo del pensiero matematico e astronomico nella tarda antichità.
Una donna che subi’ un martirio perchè era proibito alle donne essere intelligenti e il suo ricordo è legato in realtà alle sue acute scoperte, una perla di saggezza che viene dal passato.