Giù le mani dal 25 aprile

Diverse città hanno deciso che non si festeggia il 25 aprile, il blasfemo messaggio del Governo sulla sobrietà, dovuta per il lutto per Bergoglio, è riuscita nell’intento di attaccare il 25 Aprile.
Per la destra il 25 aprile è divisivo, e quindi non può essere la festa di tutto il popolo. La Meloni rifugge da questa data come se fosse un virus.Giusto il tempo di una cerimonia all’Altare della Patria, poi via, lontano, a Samarcanda, fino al 27 aprile. Un’assenza calibrata per evitare che il fastidio dell’antifascismo possa durare più di qualche ora.
Per fortuna Mattarella parlerà da Genova.
25 aprile non è una celebrazione, ma una riflessione collettiva sul senso della democrazia liberale, quella stessa che dalla stanza Ovale di Trump si vuole eliminare per rivendicare il proprio ruolo autocratico.
Ebbene, diverse città italiane hanno modificato o ridotto le celebrazioni del 25 aprile 2025, in risposta all’invito del governo a osservare una “sobrietà” dovuta al lutto nazionale per la morte di Papa Francesco. Questa richiesta ha suscitato polemiche, con accuse di strumentalizzazione politica della commemorazione della Liberazione.
Città che hanno modificato le celebrazioni
Alcuni comuni hanno limitato le celebrazioni del 25 aprile:
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Ancona ha sospeso tutte le rappresentazioni musicali, inclusi concerti e l’accompagnamento della banda.
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Cesena ha adottato misure simili, suscitando proteste da parte di Sinistra Italiana.
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Grottaferrata (Roma) ha mantenuto solo il momento istituzionale, cancellando gli altri eventi.
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Romano (Bergamo) ha vietato canti e accompagnamenti musicali, inclusa “Bella ciao”, provocando le proteste dell’ANPI locale.
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Altri comuni come Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Ponte San Nicolò (Padova), Legnano (Milano), Leno (Brescia), Pomezia (Roma), Ausonia e Isola del Liri (Frosinone), Chivasso (Torino) e Monteforte Irpino (Avellino) hanno ridotto le celebrazioni agli eventi strettamente istituzionali.
L’invito alla “sobrietà” del Governo
Il governo, attraverso il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, ha proclamato cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, dal 22 al 26 aprile 2025. Pur consentendo le celebrazioni del 25 aprile, ha invitato a svolgerle “con la sobrietà che la circostanza impone a ciascuno”.
Reazioni e polemiche
L’invito alla sobrietà ha suscitato critiche:
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L’ANPI ha considerato l’invito fuori luogo, sottolineando che le celebrazioni della Liberazione non sono “un rave party”.
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Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha espresso perplessità sull’invito alla sobrietà, chiedendosi cosa significhi concretamente.
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Alcuni osservatori hanno interpretato l’invito come un tentativo di ridimensionare le celebrazioni del 25 aprile.
Conclusione
Sebbene il governo non abbia vietato le celebrazioni del 25 aprile, l’invito alla sobrietà durante il lutto per la morte di Papa Francesco ha portato alcune amministrazioni locali a ridurre o modificare gli eventi commemorativi. Questa situazione ha alimentato il dibattito pubblico, con preoccupazioni riguardo a possibili tentativi di sminuire l’importanza della Festa della Liberazione.
Una festa che rappresenta la nostra democrazia nata sulle ceneri della lotta anti nazifascista e tale festa non va sminuita cercando le ombre di singoli episodi, ma come fine di un ventennio che ha rappresentato l’episodio più buio del ventesimo secolo.