Internet e la comunicazione negli ultimi 20 anni

In un manuale del 2004 Internet era spesso vista come una rete complessa e difficile da definire in modo semplice.
In vent’anni non è cambiato molto.
Le risposte tecniche esistevano, ma chi si avvicinava per la prima volta cercava soprattutto una comprensione intuitiva di cosa fosse e di come potesse influenzare la propria vita quotidiana e lavorativa.
Un buon punto di partenza per comprenderla in quei momenti era confrontarla con la rete telefonica, che era uno strumento di comunicazione familiare. Avevamo i cellulari analogici, con sms come messaggi.
Anche Internet nasceva come strumento di comunicazione ma invece di trasmettere solo suoni, veicolava ogni tipo di informazione digitale: testi, immagini, suoni e programmi.
Una rete di computer, di persone
È quindi una rete di computer, ma soprattutto una rete di persone che interagiscono e condividono contenuti. La sua vera forza sta proprio in questo: essere allo stesso tempo una risorsa informativa e uno spazio di interazione culturale, sociale ed economica. E nascono le chat. Chi, nella nostra generazione le ha usate, sono state il veicolo di conoscenza formidabile.
Chi si collegava per la prima volta a Internet spesso aveva un’idea limitata del suo potenziale informativo, vedendola solo come un canale per accedere a banche dati o siti ben strutturati. In realtà, Internet offre molto di più: una grande quantità di informazioni libere, variegate e non sempre organizzate, pubblicate da chiunque, non solo da enti ufficiali.
Le mailing list
Ma prima di guardare alle altre forme di comunicazione basti pensare all’uso delle mail, che cambia la comunicazione postale. Nascono le mailing list che creano associazioni. Lo scrivente ne inventa una con 4500 soci-utenti che settimanalmente ricevevano news su ecologia locale.
Pensiamo a Peppe Grillo che nel 2005 invia mail a centinaia di migliaia di utenti e crea quel movimento di cittadini che arriva fino ad oggi.
Questa possibilità trasformò la rete in una piattaforma aperta dove imprenditori, docenti, giornalisti, enti pubblici, studenti e semplici appassionati potevano creare e condividere contenuti, contribuendo a un’enorme ricchezza informativa.
Spesso, infatti, risorse realizzate da utenti comuni si rivelavano più originali e approfondite di quelle dei canali tradizionali.
Gli utenti della mia rete locale si collegavamo ad un sito di informazione dove trovavano la news che nella mail era un ipertesto, con alcuni link. Quelli di Beppe Grillo si collegavano ad un sito dove il comico genovese metteva post con migliaia di messaggi sotto.
Cambia la comunicazione
Proprio per questo, da quel momento si aprì un dibattito sul rapporto tra queste nuove forme di comunicazione personale e il giornalismo classico. Molti professionisti stavano entrando nel Web anche come voci indipendenti, pur trovando difficile tenere il passo con la qualità e la creatività di alcuni utenti non professionisti.
Fin da allora questa abbondanza, però, generò anche confusione: trovare informazioni precise poteva essere complicato. Ma è proprio questa varietà e apertura che rappresenta l’essenza stessa di Internet. (continua)
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