Palestina 1988-2024: dinamiche e riconoscimento

Palestina 1988-2024: dinamiche e riconoscimento
Foto di Alessandra Gentili

Palestina: dal 1988 al 2024, le mutevoli dinamiche globali del riconoscimento

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Palestina: il riconoscimento come stato indipendente è stato una questione controversa e polarizzante nella politica internazionale, in particolare tra i paesi europei. L’attuale ondata di riconoscimenti è iniziata di recente, quando Spagna, Irlanda e Norvegia hanno annunciato, il 22 maggio 2024, la loro intenzione di riconoscere la Palestina secondo i confini pre-1967, con Gerusalemme Est come capitale. Questa mossa coordinata si è aggiunta alla crescente lista di paesi che riconoscono lo stato palestinese, ma ha anche scatenato una reazione negativa da parte di Israele, che ha richiamato i suoi ambasciatori e promesso di espandere gli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata.

Le radici storiche

Le radici storiche del riconoscimento palestinese risalgono al 15 novembre 1988, quando Yasser Arafat, presidente dell‘Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), dichiarò la Palestina uno stato indipendente con Gerusalemme come capitale. Questa dichiarazione ha ricevuto l’immediato riconoscimento da oltre 80 paesi, principalmente da Africa, Asia, America Latina e dal mondo arabo, molti dei quali facevano parte del Sud del mondo. Sebbene la maggior parte delle nazioni europee avesse riconosciuto la Palestina durante il blocco sovietico, il riconoscimento continuò a crescere nei decenni successivi.

Gli accordi di Oslo

Nel 1993, gli Accordi di Oslo, una serie di accordi tra Israele e Palestina, furono firmati nel tentativo di risolvere il conflitto e creare uno Stato palestinese accanto a Israele. Tuttavia, questi accordi non riuscirono a garantire l’autodeterminazione palestinese. Il riconoscimento continuò costantemente, con quasi 20 paesi che riconobbero la Palestina tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, seguiti da altri 12 tra il 2000 e il 2010, principalmente provenienti da Africa e Sud America.

Entro il 2011, tutti i paesi africani, ad eccezione di Eritrea e Camerun, avevano riconosciuto la Palestina. Nel 2012, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha concesso alla Palestina lo status di “Stato osservatore non membro”, con 138 paesi a favore e 9 contrari. La Svezia è stata il primo paese dell’Europa occidentale a riconoscere la Palestina nel 2014, e altre nazioni europee hanno seguito l’esempio. Tuttavia, l’Unione Europea rimane divisa, con alcuni paesi come Irlanda, Norvegia e Spagna in testa alla corsa per il riconoscimento, mentre altri, come Regno Unito e Francia, si sono astenuti dal riconoscimento formale.

Negli ultimi mesi, la Slovenia è diventata l’ultima nazione europea ad unirsi alle fila di coloro che hanno riconosciuto la Palestina, e sono in corso discussioni in paesi come Malta e Belgio. Tuttavia, nessuno dei paesi del

Cartello di protesta
Foto di Alessandra Gentili

G7, inclusi Canada, Stati Uniti e Regno Unito, ha concesso il riconoscimento. Nonostante queste battute d’arresto, il riconoscimento della Palestina continua a essere una questione diplomatica significativa, con la comunità internazionale che rimane profondamente divisa.

Una questione controversa

La questione dello Stato palestinese è sempre stata irta di sfide politiche. Gli Stati Uniti, ad esempio, sono stati per molti anni un fermo oppositore del riconoscimento, usando la loro influenza per dissuadere altri paesi dal riconoscere la Palestina, soprattutto durante la Guerra Fredda e dopo le violenze degli anni ’80. Le relazioni tra Israele e Palestina sono diventate sempre più complesse e il riconoscimento dello Stato palestinese rimane una questione controversa sulla scena globale.

Alessandra Gentili

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