Mattarella: valorizzare lingua e cultura italofone per diffondere valori che appartengono all’intera Europa

Fondata il 3 aprile 1985 a Firenze come “Comunità italofona degli enti radiotelevisivi”, l’associazione nasce dall’accordo tra Rai, rappresentata al tempo dal Presidente Sergio Zavoli e dal Direttore Generale Biagio Agnes, Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana (RSI), con l’allora Direttore Cherubino Darani, primo presidente della Comunità, e Radiotelevisione di Capodistria. Ribattezzata nel 2006 con il nome di “Comunità Radiotelevisiva Italofona”, alla rinnovata associazione si uniscono come membri fondatori Radio Vaticana e San Marino RTV.
La CRI è cresciuta negli anni ed oggi ne fanno parte, in qualità di membri ordinari, HRT Croazia, PBS Malta, RAE Radiodifusión Argentina al Exterior, Radio Atene, Cosmo Italiano, Radio ICN New York, Radio Romania, RTCG Montenegro, RTSH Albania e TV2000.
“Le comunità italofone presenti nei diversi Paesi rappresentano vivai fecondi di moltiplicazione degli stimoli culturali della civiltà italica”, sottolinea Mattarella. “La lingua è chiave di accesso a uno “specifico” culturale straordinario dispiegatosi nei secoli e offerto alla comunità umana nelle sue espressioni più alte: la scienza, l’arte in ogni sua forma, gli stili di vita. Una cifra identitaria che, in tempi di intensi scambi tra le persone e i popoli, agisce da strumento d’inclusione, di apertura, di offerta di sè al mondo intero”.
“Valorizzare la diffusione della lingua e della cultura italofone attraverso le migliori realizzazioni audiovisive e multimediali – evidenzia il Capo dello Stato – vuol dire diffondere valori culturali e civili che appartengono all’intera Europa”.
La lingua, prosegue il Presidente, “è anche strumento di libertà e di emancipazione: l’esclusione nasce dalla povertà delle capacità di esprimersi, dei patrimoni lessicali. La sudditanza si alimenta della cancellazione delle parole e con la sostituzione di esse con quelle del dispotismo di turno”. Dunque “va evitato il rischio, che si potrebbe fare ancora più alto con l’avvento dell’intelligenza artificiale, di diminuire il pluralismo linguistico, con il conseguente depauperamento del patrimonio culturale che gli idiomi veicolano, a favore di neo linguaggi con vocazione esclusivamente funzionale alla mera operatività digitale”.
“L’italiano è, oggi, fra le lingue più studiate al mondo e – aggiunge Mattarella – le iniziative promosse per celebrare la nascita della Comunità Radiotelevisiva Italofona possono essere occasione proficua di riflessione per affrontare l’impegno, più che mai attuale, di diffonderne la conoscenza, incrementando le opportunità di dialogo. Auguri di buon lavoro a tutti i partecipanti all’incontro, con l’auspicio di sempre più ambiziosi traguardi”.