Putin ha smascherato il bluff di Trump sull’Ucraina

Putin ha smascherato il bluff di Trump sull’Ucraina

Tre 0re di telefonata – L’amministrazione Trump ha chiesto un cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina, ma il Cremlino ha risposto con una versione molto più limitata dell’accordo. Ecco l’arte russa del “no” deal.

Dopo una lunga attesa e molte vittime, la Russia ha accettato solo uno scambio di prigionieri, partite di hockey e colloqui, oltre a una presunta pausa reciproca sugli attacchi alle “infrastrutture energetiche”. Tuttavia, c’è confusione sulla definizione di “energia e infrastrutture”: mentre Mosca parla solo di reti elettriche e gas, la Casa Bianca sembra estendere il concetto a ponti, strade e porti, un accordo che la Russia non ha rispettato, riprendendo gli attacchi già martedì sera.

L’apparente concessione russa di cessare gli attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine è meno significativa con l’estate alle porte. Tuttavia, per Kiev, smettere di colpire le raffinerie e gli oleodotti russi significa perdere un’arma efficace contro l’economia del Cremlino. Zelensky ha accolto con cautela l’idea della pausa, ma ha chiesto maggiori dettagli.

Solo uno scambio di prigionieri

La tanto attesa telefonata tra Trump e Putin non ha prodotto risultati concreti, a parte uno scambio di 175 prigionieri e una tregua limitata. Nel frattempo, Mosca ha sfruttato il tempo guadagnato per ribadire la richiesta di interrompere gli aiuti esteri all’Ucraina e proporre “gruppi di lavoro”, un modo diplomatico per procrastinare. Putin continua a spingere per il taglio degli aiuti occidentali, un tema su cui Trump potrebbe tornare.

La proposta di cessate il fuoco di un mese avanzata dagli Stati Uniti e dall’Ucraina a Jeddah è stata ingenua e poco realistica, ignorando le difficoltà di attuazione e il monitoraggio del rispetto dell’accordo. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha suggerito che i satelliti potrebbero controllare la tregua, ma ciò presupponeva che la Russia accettasse la supervisione statunitense, il che era improbabile.

Putin ha sfruttato le ambiguità dell’accordo, concedendo il minimo possibile senza dire un “no” esplicito a Trump. Tuttavia, nella sostanza, Mosca ha rigettato la proposta: ha accettato una tregua limitata che le è economicamente favorevole, mentre la confusione sulle condizioni dell’accordo ha solo reso più difficile qualsiasi futuro negoziato.

Il disallineamento tra USA e Russia sull’intesa apre un pericoloso spazio di manovra per il Cremlino, potenzialmente permettendogli di preparare nuove offensive.

Il teatro di vaudeville del mese scorso dovrebbe offrire scarso conforto sul fatto che la guerra si stia improvvisamente dirigendo verso la pace. Sì, l’amministrazione Trump ha parlato di pace in un modo che nessuno ha fatto finora in questa guerra. Ma è anche riuscita a confermare, in breve, che Mosca cerca crepe di debolezza e ci fa passare senza pietà un carro armato.

Trump pensava di poter persuadere, blandire o superare in astuzia Putin. Non ha ancora fatto nulla di tutto ciò. Ha perso in modo palpabile nel loro primo scontro diplomatico diretto. Per milioni di ucraini la sua prossima scelta definisce le loro vite. Perderà interesse, farà pressione o farà di nuovo delle concessioni? È una prospettiva vertiginosa.

Il suo avversario non è concentrato sul miglioramento delle relazioni con l’avversario di lunga data della Russia, gli Stati Uniti, o con il suo attuale presidente, Donald Trump, bensì sulla vittoria nel conflitto più esistenziale dai tempi dei nazisti.

Non si tratta di due prospettive simili per l’affare. L’arte dell’una è più applicata dell’altra. (sunto redazionale da CNN)

Redazione Radici

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