L’Europa e la dritta su come difendersi

L’articolo 122 del TFUE e l’articolo 42.7 del TUE forniscono il quadro legale per affrontare crisi nell’UE.
L’articolo 122 permette decisioni rapide con maggioranza qualificata in Consiglio, senza voto del Parlamento, e consente assistenza economica agli Stati in difficoltà. Ursula von der Leyen ha annunciato il suo utilizzo per il piano ReArm Europe da 150 miliardi di euro.
L’articolo 42.7 è invece il meccanismo di mutua difesa tra Stati UE, simile all’articolo 5 della NATO.
L’articolo 122 del TFUE è stato già usato per affrontare crisi come l’emergenza energetica post-invasione russa, la pandemia (Sure) e la crisi del debito (Mesf). Ha supportato anche risposte a disastri naturali e atti terroristici. L’articolo 42.7 del TUE garantisce la mutua difesa tra Stati UE in caso di aggressione armata, senza sostituire la NATO. È stato attivato solo dopo gli attentati di Parigi del 2015 ed evocato per Svezia e Finlandia prima dell’ingresso nella NATO.
Intanto il presidente Sergio Mattarella, in visita a Hiroshima, ha lanciato un appello contro le minacce nucleari nel mondo, condannando la retorica bellicista di potenze come Russia e Corea del Nord.
Ha sottolineato l’importanza della memoria storica e dell’impegno per la pace, ringraziando i sopravvissuti alle bombe atomiche per il loro contributo.
L’Italia ribadisce la sua opposizione all’uso del nucleare in guerra e sostiene il multilateralismo. Mattarella ha evidenziato il ruolo di Italia e Giappone nel promuovere la democrazia e prevenire nuovi conflitti, esortando le future generazioni a non dimenticare le lezioni del passato.
Il mondo dopo anni torna a seguire quotidianamente il diario politico estero dettato da Trump. E la decisione europea sul riarmo anima l’opposizione e soprattutto il PD.
Luigi Zanda, co-fondatore del PD, invoca un congresso straordinario per affrontare le divisioni interne del partito, soprattutto sulla politica internazionale e sul piano di riarmo europeo.
La segretaria Elly Schlein è contraria, mentre la minoranza dem lo sostiene, allineandosi al gruppo S&D. La tensione è aumentata con l’uscita di Annamaria Furlan, passata a Italia Viva per divergenze sul lavoro. Esponenti riformisti come Gentiloni e Guerini criticano la linea Schlein, ma nessuno finora aveva chiesto un congresso. Tuttavia, la leadership di Schlein sembra stabile grazie al consenso elettorale e al controllo delle liste per le prossime elezioni.