Il socialista Edmondo De Amicis

Il socialista Edmondo De Amicis

Edmondo De Amicis, noto per Cuore e le sue opere patriottiche, sorprende con questa raccolta di scritti inediti pubblicata postuma nel 1910, che rivela il suo passaggio al socialismo negli anni ’90 dell’Ottocento, influenzato dall’amicizia con Filippo Turati.

La raccolta, curata anche dal figlio Ugo, si divide in tre parti:

  1. Dialoghi sul socialismo, in cui un borghese convertito al socialismo discute con i familiari e amici. Questa sezione è didascalica e di minor valore letterario.
  2. Scritti e discorsi propagandistici, tra cui la celebrazione del Primo Maggio, la deposizione al processo di Turati e un appello agli operai per il voto municipale a Torino.
  3. Socialismo e pace, dove De Amicis riflette sul Congresso di Algesiras (1906) e sulla necessità di un’alleanza tra proletari per prevenire la guerra. Rivede il concetto di patria, criticando il nazionalismo sterile e promuovendo un patriottismo legato al riscatto sociale.

Il suo socialismo si oppone al patriottismo retorico e crede che l’internazionalismo possa coesistere con l’amore per il proprio popolo.

L’adesione al socialismo diventa quasi naturale in uno scrittore che abbiamo visto in quella straordinaria descrizione della traversata dei migranti italiani sull’oceano.

Il suo contributo al socialismo italiano, in particolare a Torino e nel Nord Italia, è stato fondamentale ma a lungo ignorato nei libri di scuola e nelle enciclopedie. Solo recentemente alcuni storici hanno riscoperto il suo impegno politico.

De Amicis si avvicinò al socialismo nel  1890, influenzato da Arcangelo Ghisleri e Filippo Turati. Nel 1892 tenne una conferenza in cui espresse una visione ampia e graduale del socialismo, segnando il superamento delle sue precedenti idee nazionaliste. La sua esperienza militare, tra Custoza e Porta Pia, lasciò spazio a un impegno umanitario e pacifista.

Nonostante la diffidenza iniziale dei socialisti torinesi, ottenne stima da figure di spicco come Turati, Anna Kuliscioff e Treves. Scrisse per Critica Sociale, Il Grido del Popolo e altri periodici socialisti. Il suo “socialismo spirituale”, improntato all’educazione e al riformismo, si riflette nei suoi romanzi, tra cui Primo Maggio (pubblicato postumo), Sull’Oceano (sull’emigrazione), Il romanzo d’un maestro e La maestrina degli operai.

Nel 1898 venne eletto deputato ma rinunciò all’incarico per motivi personali. Continuò comunque a sostenere il socialismo riformista, opponendosi alle derive estremiste. Morì nel 1908 e venne commemorato da Turati, che lo paragonò a Emile Zola per il suo impegno civile.

Dopo decenni di oblio, il suo contributo socialista fu rivalutato negli anni ’80, grazie a Italo Calvino e al sostegno del presidente Pertini. Oggi, De Amicis è riconosciuto come esponente di un socialismo umanitario e riformista, incentrato su uguaglianza e solidarietà.

Lotte civili di Edmondo De Amicis

Roberto De Giorgi

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