“Piccolo galateo…” continua… (parte 2)

Vorrei soffermarmi su un paragrafo del libro Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri – Il Saggiatore, in special modo riferendomi a quel che riguarda l’”arte” del sottolineare, o per meglio dire, l’abitudine di tutti i più accaniti e appassionati  lettori e lettrici.

La categoria dei “sottolineatori”: diversi tipi che con grande finezza, umorismo, ritrae il critico letterario Guido Vitiello nel suo testo Il lettore sul lettino, sui tic legati alla lettura. Nel succitato testo, edito da Il Saggiatore, un estratto ci riporta un’esatta e minuziosa descrizione di chi non può esimersi dal sottolineare, ognuno a suo modo, ma mai con l’intento di “ferire” un libro; degli amanti (anche un po’ folli) delle linee, insomma, ma anche delle differenti sfumature di questi ultimi, attraverso la metafora del mondo animale:

I lettori canini cospargono i libri di abbondanti minzioni di stilografica o di evidenziatore perché la semplice matita non ha secrezioni abbastanza odorose; quelli più vergognosi delle proprie origini animali si affidano invece agli artigli, e pur di non depositare sulla pagina le loro deiezioni imprimono con l’unghia un segno quasi invisibile, che apparirà solo in controluce. Tutti gli altri usano banalmente la matita per ricordarsi i passaggi che trovano interessanti, ed è all’incirca la stessa cosa che fanno alcuni mammiferi”.

Passione certamente, follia altrettanta, ma di sicuro tutti contemplatori di libri e visitatori assidui di librerie e biblioteche, nessuno può esserne escluso.

La storia di una magica matita…

Commovente e suggestivo racconto, riportato sempre sul nostro “Piccolo galateo…”, dello scrittore Gan Bao, vissuto nel 300 d.C. nella corte dell’imperatore Yuan Ji.

La storia narra di un monaco, della provincia di Hubei, in possesso di una matita molto particolare, una grafite dagli straordinari poteri: i suoi segni potevano essere scorti solo da una persona di gran cuore…

Molti furono i viaggi di questo monaco, alle ricerche di persone pure, in grado di saper leggere la grafite; non fu facile trovare qualcuno all’altezza delle sue aspettative, finché un giorno… un bambino si trovò davanti alle linee tracciate dal monaco con la misteriosa grafite, e riconobbe a gran voce il profilo di un’onda. Il monaco aveva trovato, finalmente, dopo tanto vagare, quella persona dal cuore genuino.

Una narrazione semplice ma incisiva, profonda e poetica, sul valore e l’importanza fondamentale delle parole, della lettura e di quello che rimane nel nostro cuore quando siamo assorti tra le pagine di un libro e non rinunciamo ad evidenziare, sottolineare alcune parti. Riuscire a vedere le linee della grafite, della magica matita, equivale ad entrare in connessione con le frasi che più riescono a suscitare in noi emozioni, che fanno vibrare la nostra interiorità perché forse, in qualche maniera, fanno già parte del nostro essere; trovandole nei libri, segnandole a nostro piacimento, pur ricordando sempre di essere rispettosi, scopriamo e conosciamo un’altra piccola parte di noi.

Redazione

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