Al-Jazeera: Trump e la riviera a Gaza

La proposta di Donald Trump vista secondo i Media dell’area: Al-Jazeera analizza perche’ la proposta e’ stata condannata
Negli ultimi giorni le Agenzie di stampa occidentali hanno battuto la notizia riguardante le intenzioni del nuovo presidente USA, Donald Trump, di trasformare in una riviera il territorio palestinese. Ciò prevedrebbe l’allontanamento dell’attuale popolazione dai loro territori. Proviamo ora a vedere come la notizia e’ rimbalzata in Medio Oriente e, per farlo, useremo come fonte Al-Jazeera, la rete satellitare medio orientale con sede in Qatar. Al-Jazeera, nel suo articolo del 13 febbraio scorso “Trump’s Gaza ‘plan’: What it is, why it’s unworkable and globally rejected” esamina la proposta di Trump e le reazioni che essa ha generato.
Il podcast di Al-Jazeera “The take”
Il giornalista Kevin Hirten, nel podcast di Al-Jazeera “TheTake”, analizza il significato delle dichiarazioni di Trump. Trump, in conferenza stampa insieme a Benjamin Netanyahu, ha proposto il controllo della Striscia di Gaza, suggerendo lo spostamento di circa un milione e ottocentomila palestinesi. L’obiettivo sarebbe trasformare la Striscia di Gaza in una nuova riviera. Nel fare la proposta Trump ha sottolineato che la popolazione palestinese sarebbe condotta in aree sicure, per vivere una vita lontano dalle guerre e finalmente in pace.
Nel suo account sul Social Media X Trump ha scritto: “La Striscia di Gaza sarebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele alla fine dei combattimenti. I palestinesi sarebbero ricollocati in comunità sicure, con belle case. Avrebbero la possibilità di essere felici e liberi. Nel frattempo gli Stati Uniti, lavorando con team da tutto il mondo, inizierebbero la realizzazione di uno degli sviluppi più spettacolari della Terra. Nessun soldato americano sarebbe necessario. Regnerebbe la stabilita’. ”
Trump spiega su X la proposta di trasformare la Striscia di Gaza nella riviera del Medio Oriente
Kevin Hirten afferma che tutti si stanno chiedendo come tale progetto possa essere attuabile! Intervista il giornalista freelance Sharif Abdel Kouddous, noto per aver lavorato a servizi importanti durante la guerra in Iraq ed essere voce egli accadimenti in Medio Oriente tra Libia, Yemen, Gaza e Siria. Kouddous ricorda che la sofferenza del popolo della Striscia di Gaza non e’ qualcosa di nuovo. I palestinesi soffrono da più di 70 anni a causa degli scontri con Israele.
Alla domanda di Hirten su quali sarebbero le fasi che si avvicenderebbero nel caso gli USA iniziassero realmente il progetto, Kouddous risponde “…che il progetto e’ veramente ardito! La prima fase sarebbe trovare paesi che possano accettare quasi due milioni di palestinesi. La seconda fase consisterebbe nel convincere o forzare quasi due milioni di palestinesi gia’ provati ad andare via da questa terra. Come si può fare questo! Il presidente Egiziano Al-Sisi e’ stato chiaro: il popolo Egiziano non vuole partecipare a questo atto di ingiustizia perché lo considera una deportazione. Inoltre il Governo non intende destabilizzare il territorio egiziano con milioni di palestinesi. Non dimentichiamo che all’inizio degli scontri sia l’amministrazione americana Biden che l’Europa, fallirono il tentativo di convincere l’Egitto ad aprire le frontiere ai rifugiati.”
“Non dimentichiamo anche, aggiunge Hirten, che l’obiettivo di Israele e’ sradicare Hamas!” E ancora, Kouddous ricorda che l’80% della popolazione presente nella Striscia di Gaza non proviene da Gaza. Essi sono rifugiati palestinesi.
Perche’ la proposta di Trump e’ stata condannata
Le organizzazioni per i Diritti Umani considerano la rimozione forzata di civili una pulizia etnica e, come tale, per la legge internazionale, un crimine di guerra.
L’idea e’ stata definita impraticabile, non realistica e moralmente inaccettabile da Dov Waxman, Direttore del Nazarian Center per Israel Studies at UCLA.
Trump non ha il potere legale, militare o diplomatico per proporre un progetto simile. Gaza non e’ un territorio statunitense e gli USA non hanno alcuna giurisdizione su questi territori. I palestinesi hanno respinto il progetto. Inoltre nell’idea di Trump non c’e’ possibilità che i palestinesi possano eventualmente rientrare, come egli stesso ha affermato in una intervista.
Infine i paesi arabi confinanti non sono affatto d’accordo. Egitto, Giordania e Arabia Saudita hanno chiaramente respinto l’idea. L’Egitto vuole lavorare sulla ricostruzione e non prevede assolutamente dislocazioni. Dello stesso avviso anche il re Giordano Abdullah II in un post su X, e l’Arabia Saudita per la quale il no e’ chiaro e non negoziabile.
Il tuo articolo è ben strutturato e approfondito, offrendo un’analisi chiara e dettagliata della proposta di Trump e delle reazioni a livello internazionale. L’uso di fonti autorevoli, come Al-Jazeera e le dichiarazioni di esperti, aggiunge credibilità al contenuto. Inoltre, il tono è neutrale e informativo, permettendo al lettore di comprendere il contesto senza influenze di parte. Ottimo lavoro nel riportare le posizioni dei diversi attori coinvolti e nel sottolineare le implicazioni legali e politiche della proposta!
È un argomento enorme, inproponibile soltanto l’idea di attuare un progetto simile. Però da Trump non mi aspettavo nulla di meno che follie, questa non sarà neppure l’ultima.
Pur di affermare la supremazia americana al solo fine dell’interesse personale e di quella piccola élite di potenti, è disposto a schiacciare l’umanità intera incurante della sofferenza. Nessun popolo lo merita e temo che anche l’Europa sia coinvolta nei suoi piani distruttivi. Avete mai visto la sua firma? Guardatela è capirete subito chi è, senza bisogno di spiegazioni
Al Jazeera international e’ finora la miglior fonte di notizie sul MO. Ottima analisi la tua!